Sono Giuseppe e anche Giovanna

E volendo, posso essere Mazinga59, Pisellomagnifico e perfino Rick_Deckard: nel 2009 su Internet siamo tutti tutto.

Quando si parla di sesso in rete, qualcuno tira sempre fuori la questione dell’anonimato: “E’ facile essere estremi quando si è anonimi, e nessuno è responsabile se si cela dietro uno pseudonimo.” Questa opinione, rispettabile ma un po’ antiquata, non tiene conto di un fenomeno che non solo pare connaturato ai media in rete, ma si articola ogni giorno in maniera più raffinata: mi riferisco ai molti “noi” che molti di noi si sono creati, e alle notevoli implicazioni che queste identità digitali si portano dietro.

Molte delle persone che conosco, maschi e femmine di diverse età (incluso me), hanno almeno un indirizzo email anonimo – una casella Gmail con nome di fantasia. A volte è una fantasia sessuale, o una fantasia tratta da un videogame, un romanzo o un film. In tutti i casi non siamo “noi”, bensì aspetti di noi che funzionano in determinati ambiti, ma non in altri. Come sempre d’altronde: il Giuseppe accanito giocatore di poker delle 23:30 non è lo stesso bancario delle 15, o l’amante focoso delle 2:36 di sabato. Siamo tutti un po’ multipli; la rete però ci offre l’opportunità di esplorare alcuni aspetti di noi che magari ci eccitano ma spaventano, o ci sembrano talmente inaccettabili da riuscire a concepirli solo dietro una solida barriera protettiva.

Un grande classico sono gli annunci sessuali: “Ciao sono Giuseppe, ho intense fantasie di sottomissione a una Divina Maestra. Inesperto, vi pregherei di indicare esattamente nella Vostra risposta quali punizioni dovrò sopportare, dove e per quanto.” E’ ovvio che Giuseppe non è ben sicuro; ha delle fantasie, magari potenti, e vuole interagire con qualcuno (anonimo ma umano) che condivide le sue stesse voglie. In questa maniera si costruisce una topografia dei suoi desideri, anche in relazione ai desideri di suoi simili – benché anonimi: raccontare le proprie fantasie sessuali agli amici sembra essere davvero difficile, mentre trovare anime simili in rete è semplice – e sicuro al 100%, se si è anonimi. Non solo, ma è possibile che Giuseppe (o Giovanna) si ecciti moltissimo nel ricevere questi messaggi, talmente tanto che magari questo scambio gli basta. Quindi, nell’esempio dell’annuncio, la risposta dettagliata che Giuseppe si aspetta non è una sorta di “menù della serata”, bensì la descrizione di una fantasia forse simile alla sua. E’ possibile che Giuseppe non accetti un appuntamento per anni (o mai), e che la sua sottomissione riguardi soltanto quella sua identità digitale. E’ ovvio che se la vita sessuale di Giuseppe si risolve in questo, Giuseppe ha un problema. Proprio come se giocasse solo a poker, o lavorasse e basta: saper essere diversi parrebbe essere una delle chiavi per vivere bene.

Le potenzialità della rete come test area di aspetti della personalità sono pazzesche, e sempre più complesse: oggi le nostre diverse identità possono avere ognuna il suo Myspace, Facebook, Gmail, etc. Non dico per dire: molti avatar di giochi multi-player online hanno pagine e indirizzi. Naturale: queste sono vere e proprie identità parallele, con relazioni, beni e status totalmente separati dalla vita reale. Non dissimile è la situazione di persone che hanno fantasie che riguardano la propria identità – per esempio di genere. Un uomo che desideri essere donna (anche solo per un po’, senza dover necessariamente interagire con altri uomini), in rete può declinare questa sua predilezione in mille modi, non solo sessuali: può avere un avatar femminile o conversare con altre persone essendo donna, esplorando così questo aspetto di sé senza correre il rischio di essere riconosciuto per strada.

Insomma, sembrerebbe che quando siamo digitali, grazie all’anonimato della rete, possiamo esplorare alcuni aspetti nascosti di noi stessi insieme a degli altri nostri simili, i quali a loro volta stanno esplorando i propri desideri. Siamo tutti anonimi, e lo sappiamo tutti benissimo. Poi forse un giorno ci evolveremo e saremo capaci di essere tutto tutti sempre. Ma non oggi, direi, ne’ domani.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *