Lol culture

Negli anni scorsi è emerso un fenomeno culturale molto complesso, variegato e contraddittorio, che secondo me potrebbe essere la prima cultura Pop nativa del XXI secolo. Non ha ancora un nome, e si colloca a un crocevia che molti di noi conoscono benissimo. Da un lato gli sport da tavola (skate, surf e snowboard) e la cultura, anche musicale, che li accompagna; una storia lunghissima, che attraversa tangenzialmente molta della cultura Pop degli ultimi 50 anni. Dall’altro le culture stradali, Punk e Hip hop in testa, e di seguito tutte le altre. Il gusto per il Prank (lo scherzo, anche scorretto) che alimenta per esempio il programma tv Jackass (nato post-punk, post-skate e post-humor), esiste nella cultura alternativa da ben prima che questa esistesse – per esempio tra i Surrealisti. Poi c’è Internet, e l’abbondante cultura alternativa presente nel suo patrimonio genetico, che infatti ha prodotto una tecnologia dall’architettura apertissima che offre infinite possibilità di espressione, a volte ai confini della legalità. Gli hacker esistevano già da molto prima, ma è in questa cultura che trovano una scena, delle nuove motivazioni e senso al loro operato. Un ottimo esempio è 4chan (4chan.org, visitare con cautela), che nasce come luogo per postare immagini umoristiche (una volta si sarebbe detto goliardiche), secondo una certa idea tutta moderna di cosa fa ridere: morti ammazzati, sesso estremo, deformità, ecc. La scorrettezza è apprezzata, nessun tema è off limits. Ovviamente il fatto che tutto questo faccia orrore agli adulti è una ulteriore motivazione a spingere. Però è pure su 4chan che si cristallizza il concetto di Internet Meme, nella fattispecie quello costituito da una foto con didascalia (buffa, geniale, incomprensibile o proprio nonsense), oggi così popolare. Ancora: è lì che emerge una nuova idea di attivismo digitale partecipato il cui esempio più controverso è il movimento Anonymous. Una militanza a volte estrema e semi-legale, che però risulta assai efficace nel sollevare questioni importanti. Si potrebbe inserire in questo discorso anche Wikileaks, che pur non essendo emerso direttamente da questo ambiente culturale ne ha ricevuto ampio sostegno. Spesso si pensa che queste siano cose da nerd, da iniziati. Forse era vero qualche anno fa, ma oggi non più: si tratta di un fenomeno generazionale immenso, organico e in costante evoluzione.

La Street Art è certamente il più importante movimento artistico degli ultimi anni; le sue radici culturali sono vicinissime a quelle di cui parlo qui sopra. Non solo molto spesso punta sul paradosso e il gusto per l’assurdo, ma in certi casi ha un risvolto sociale e politico, e certamente un aspetto di dubbia legalità (che la rende così attraente). E se oggi la Street Art sta prendendo nuove e inaspettate vie (anche a causa della morbosa attenzione del mercato), sappiamo tutti benissimo da dove viene: dal Graffitismo, il Writing, le Tag, ecc. Il lavoro di Banksy, artista ormai celebrato dalla scena mainstream, resta indissolubilmente legato alla strada, al contesto per il quale è stato pensato, spesso alla faccia del mercato, che infatti entra in crisi (anche se poi lui lo alimenta, vendendo stampe e pezzi più commerciali). Bansky è solo un esempio, ma è molto probabile che qualcuno di voi pensi che sia già superato, che ci siano nuove modalità più potenti (più estreme, più pericolose, più intense, più controverse) per esprimersi – e ha certamente ragione.

Mi pare chiaro: stiamo vedendo il formarsi di una nuova cultura, frutto dell’incrocio di molte delle culture del secolo scorso, ma anche della rete e degli strumenti digitali. Una cultura che, come è accaduto spesso nella storia del Pop, è controversa ma profonda, estrema ma essenziale, generazionale ma assai influente, poco comprensibile da chi la osserva distrattamente (magari da un’altra generazione), ma insostituibile – secondo me – per capire il mondo del 2012.

2 thoughts on “Lol culture

  1. Dunque, la faccenda è complessissima, talmente tanto che lascia confusi persino gli hacker storici, quelli che sul territorio di confine tra programmazione e controcultura ci hanno lavorato per anni e anni. Secondo me qui si va oltre la controcultura: 4chan o Reddit sono il termometro dei nostri tempi, e dettano un linguaggio, e un complicato sistema di meta-riferimenti, che segrega nettamente chi è dentro da chi è fuori.
    Che lo accettiamo o meno, è l’adesso di Internet, ed è spesso inutile e/o crudele: il supporto, il “capitale sociale” che si crea, è positivo tanto quanto drammaticamente negativo (io ho la mia teoria su quale prevalga, ma la letteratura mi smentisce). E senza dubbio variegato: Anonymous ha le sue radici nella stessa cultura meticcia dei memes e del trolling spietato, ma una caratura etica, e un valore culturale, ben differente (Wikileaks è un’altra storia).
    Io ho la sensazione che, come certe culture punk seminali, siamo in un momento di transizione, nel quale le comunità digitali stanno ancora scegliendosi il proprio vestito e capendo, per esempio, se vogliono stare tra i buoni o tra i cattivi. Sicuramente non è il momento di applicare la modalità “calderone”: capire fenomeni come 4chan richiede un’analisi ben più profonda di quanto i suoi gattini, o i suoi hentai superviolenti, lascino credere.

    Sicuramente, la circolazione così semplice e così apparentemente random di materiale apre una serie di questioni morali alle quali, onestamente, è difficile rispondere.
    (Case in question: http://gawker.com/5950981/unmasking-reddits-violentacrez-the-biggest-troll-on-the-web)

  2. Ammetto: pur essendo al corrente dell’esistenza di 4chan et similia, delle intersezioni più o meno volute tra quel mondo e Anonymous, non spendo molto tempo appresso al fenomeno. Mi piace sapere che c’è, mettiamola così. E mi piace lo spirito sguaiatamente cazzaro, il motto “just 4 the LULZ” come motivazione più che bastante per tirare giù a colpi di trolling gente pessima come Scientology.
    Trovo meno immediato l’aggancio tra LoL e Banksy. Grazie Gi per il link su violentacrez. Good story.

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