Tutto intorno a te, e a tu’ nonno

E’ sempre interessante notare l’andamento del rapporto tra la pubblicità e i suoi utenti (noi), e cioè le diverse maniere in cui di volta in volta il messaggio cerca di raggiungerci e catturarci l’attenzione. Un esempio basico: nella Svizzera italiana la pubblicità dà del lei: “Provi il nuovo sapone al formaggio!”. Non dico che sia meglio o peggio, ma è certamente segno di un rapporto diverso. Il mutare degli atteggiamenti della propaganda commerciale è un po’ simile a quello della moda; per un po’ è andato l’ecologico, poi il trendy, il demenziale, l’etereo (molto in voga per profumi ed auto di lusso), il giovanilista, l’ermetico, ecc. Ma una cosa è costante, ormai da anni: non si vendono più prodotti, cose fisiche, bensì esperienze, memorie e sensazioni. L’ha detto Jeremy Rifkin e ormai è evidente: l’era del grande pennello sulla bici è finita, e tutti – dal sapone all’assorbente – ti rifilano un mondo, un universo-pennello in cui ritrovarti, imbianchino del tuo tempo, con la tua virile sensibilità (o “non più cagafigli ma dolce e caparbia cagatrice dei tuoi figli” come disse, immortale, Elio).

E, a furia di rifilarci universi in cui detergersi con armonia, benessere e sensualità, l’accerchiamento è diventato un po’ opprimente, in un senso figurato ma anche proprio fisico. Me l’ha fatto notare per primo il mio amico Fumo, lussuoso rapper bucolico (LHP/Piombo a Tempo/Tempo al Tempo), che mi ha scritto: “L’altrieri dovevo modificare un contratto Enel e mentre attendevo che l’operatore mi disbrigasse faccio in tempo a studiarmi ben bene la bolletta per scoprire che il motto dell’Enel è: l’energia che ti ascolta. Orrore! Come, mi ascolta? Mi ascolta anche quando dico le fesserie? Mi ascolta anche quando profferisco grugniti irripetibili? Taci, l’Enel ti ascolta… Ma poi sopratutto dopo che ti ha ascoltato a chi riporta i tuoi discorsi? Alla Cia? Al Vaticano? Insomma ogni volta che passi vicino a un cavo elettrico, ad una lampadina, quelli si stanno facendo i cazzi tuoi, e poi vai a sapere come una lampadina interpreta i tuoi discorsi, sai i malintesi che si ingenerano. Unica nota positiva, i musicisti che fanno schifo almeno c’e’ qualcuno che se li ascolta: l’Enel.”

Preciso, come sempre. E, dato che l’Enel è presente nelle nostre case con piccoli buchini nel muro (le prese di corrente), mi pare anche chiaro come faccia ad ascoltarci. Ma soprattutto, dopo che Fumo me l’ha fatto notare, ho scoperto che gli attentati alla persona e allo spazio fisico sono molti e variegati. Vodafone: tutto intorno a te. Ma come intorno a me? Tutto tutto? La sensazione opprimente è amplificata dall’aver visto una volta dal vivo Megan Gale; è immensa, una gigantessa con dei lineamenti blandi, vasti e infrequenti: un freak. Ma l’accerchiamento continua, tra abuso edilizio e prigionia: Banca Mediolanum, la Banca costruita intorno a te. La Metamorfosi di Kafka del duemila? Sveglirsi e scoprire che t’hanno costruito intorno una maledetta banca (che di solito sono pure belle solide). Insomma, il messaggio è sempre che il centro del mondo sei tu, con la tua unicità e il tuoi valori. E la Rai potrebbe mai permettersi di ignorarli? Non ci pensa neanche: “Nessuno vi conosce come noi”. Brrr, quasi una minaccia. Mi chiedo poi cosa sappiano esattamente e se, ai sensi della legge sulla privacy, possa saperlo anch’io (e magari anche i miei familiari).

Ma quella davvero terribile è l’altra faccia di questi messaggi: che siamo tutti uguali, così ovvi e prevedibili che anche la Rai ci conosce ben bene, che l’Enel ci ascolta ma distrattamente, tanto diciamo fesserie, e che Banca Mediolanum è in realtà un villaggio turistico di concentramento costruito intorno a tutti noi (precedentemente avvolti in uno spesso strato di Vodafone). Ci vedono così banali e scontati che perfino Sky “vi sorprende sempre”. Ma questo messaggio appartiene ad un altro articolo: “Slogan incauti che, in caso di disservizi, si ritorcono contro l’azienda”.