Sport: sofferenza vs stile

Lo sport è un interessante angolo di osservazione del mondo, anche perché codifica alcune pulsioni primordiali come la competizione o la violenza. Ecco come mai il doping è proibitissimo nello sport, mentre nessuno chiede l’anti-doping prima di una riunione di lavoro, benché spesso si dovrebbe. Ci sono diversi generi di sport: di abilità, di forza, di resistenza, di velocità, di tecnica, naturalmente in varie combinazioni. Se si guarda la lista degli sport olimpici, ce n’è un gruppo che spicca tra gli altri. Sono gli sport in cui c’entra la bellezza: il Pattinaggio, la Ginnastica o il Nuoto sincronizzato. In queste discipline ci sono due tipi di punteggio: quello tecnico, dato a dei passi obbligati, e quello artistico, che non solo comprende la bellezza dell’esercizio, ma anche l’integrazione e la fluidità dell’esecuzione. E’ una gioia rara vedere un pattinatore o una ginnasta volare, apparentemente immuni dalle leggi fisiche, e fare cose impossibili facendole sembrare semplici, naturali e piacevoli.

Negli ultimi 50 anni la concezione dello sport è molto cambiata. Si è sempre detto che “Il Ciclismo è sofferenza”. Non stento a crederlo: farsi 250 chilometri e tre gran premi della montagna in un giorno mi pare anche ben oltre la sofferenza, quasi un delirio mistico. La Maratona, sport popolarissimo e in crescita, ha un effetto collaterale splatter che non conoscevo: perdi le unghie dei piedi. Prima ti si anneriscono e poi cadono. L’ha detto Linus (accanito maratoneta) in Tv, forse perfino leggermente compiaciuto. Cavoli, e poi dicono dei Piercing? Mi pare più estremo (e meno gratificante) immolare le proprie unghie sull’altare della corsa.

A fianco di questi maschi sport di agoni(a)smo ne sono nati di nuovi, basati su premesse apparentemente molto diverse. Prendiamo lo Skate: per andarci bene la tecnica è essenziale; si devono conoscere i trucchi base e tutte le variazioni classiche. Apprendere il funzionamento di uno skate, per poi fargli fare quello che vuoi tu, è una pratica che crea un legame fisico, vitale e stilistico con lo skateboard. Ecco come mai gli skater hanno un proprio stile di vestiario mentre i ciclisti, per fortuna, s’inguainano di flou solo sulla bici. Lo Skate è uno stile di vita, mentre il Tennis apparentemente no. La competizione tra skater è un fatto di bellezza, stile e onore, mica come nei 100 metri di corsa. Il vero premio è il riconoscimento dei tuoi simili, non una medaglia. Per accertarsene basta andare a una competizione di Skateboard, poi a un raduno di Atletica, e confrontare l’atmosfera che si respira tra gli atleti.

Questo stesso discorso si applica a tutti gli sport di strada, dalla Capoeira alla BMX, dal Surf al Parkour fino allo Scratching e alla Breakdance: servono tecnica a vagoni, pratica quotidiana, stile e inventiva; sono sport di gruppo ma non necessariamente di competizione. Sono innanzitutto stili di vita e poi anche attività fisiche – a volte anche molto di sofferenza, come lo Skate. Ma vuoi mettere?

Alcuni sport basati sulla coolness sono già nei programmi olimpici. Però in molti casi sono coolness d’altri tempi: come spiegare altrimenti il pattinaggio artistico di coppia, a volte quasi divino nelle figurazioni ma ridicolizzato da costumi impossibili? Il nuoto sincronizzato, a volte esilarante e perfetto, fa riferimento a una coolness anni ’50 che oggi non esiste più. Idem la scherma o certa equitazione trotterellata. Ecco come mai, a ogni olimpiade, trionfano sport apparentemente bizzarri come il Tiro (a segno, al piattello, con l’arco, ecc.) o perfino il Curling. Ci mostrano tecnica, destrezza, fisica applicata e perfezione senza sforzo apparente: dei ciclisti solo Coppi mi pare avesse questo dono. Gli altri mi sembrano uomini sottili e durissimi, imbufaliti dalla fatica e intontiti dalla sofferenza. Da qualche edizione delle Olimpiadi, come sappiamo tutti, c’è entrato anche lo Snowboard. Mi pare un ottimo inizio: ci aggiungerei anche tutte le altre discipline urbane qui menzionate, e pure la Playstation. Che è molto più sport del Curling, è praticata da milioni di appassionati nel mondo e in televisione viene benissimo.

4 thoughts on “Sport: sofferenza vs stile

  1. Grande Messina… anche se questa volta secondo me non ci hai preso! Te lo dice uno che dopo domani farà una maratona… e che la settimana prossima spera di iniziare la stagione sulla tavola! Bene: non esiste sport più democratico e trasversale della corsa (bastano un paio di scarpette!), e tralascio il fatto che si corre ALL’APERTO… (e quindi assolutamente PULITO etc etc).
    Non esistono sport più “falsi” di quelli che tu definisi “urbani” (sarà che sono un montagnino?)…” stile di vita” quello degli Snowboarder?? OMMIODIO!!!!!!!

    Saluti e buon trasloco (se è vero che vai ad Amsterdam!)

  2. è quello che cerco di spiegare ai miei genitori,la differenza tra uno sport classico come(atletica,calcio,tennis) e uno in cui conta lo stile e il freestyle,urbano come hai detto tu.Io la vedo la differenza,eccome.

  3. grande…ci hai preso in pieno!lo skate e lo snow SONO stili di vita. è diffcile capirlo per chi li vede da fuori o li vive da “turista” (i turisti delle snow sono i peggiori, davvero) ma hanno poco o niente in comune con gli altri. si gira con gli amici, un pò d’erba, un pò di freestyle e ci si diverte di brutto. se chiudo un trick più spesso del mio amico non è per dimostrargli che lo posso battere, è solo un libera espressione di me stessa…ci si gasa a vicenda, la competizione entra in secondo piano.

  4. caro segio, se questo articolo lo leggevo nel 91 ti avrei dato pienamente ragione.
    ora nel 2009 ti dò torto.
    questo perche lo sport è un settore che si aggiorna di anno in anno e oggi come oggi le cose sono cambiate, o per lo meno, stanno cambiando.
    per quanto riguarda lo skate, ti posso dire che pratico skate dal 2001 e il ragionamento di COOLNESS è si valido tutt’oggi, ma va detto anche che nel 2009 siamo raggiunti a livelli tecnici tali da poter definire lo skateboarding una discipliina molto piu agonistica di quanto non lo era anni fa. per curiosità cerca i video su youtube di BATTLE OF THE BERRICS.
    per quanto riguarda invece gli sport che tu hai definito di SFORZO, come il calcio ad esempio, ci siamo mai chiesti come mai una punta come Pippo Inzaghi, uno degli indiscussi capocannonieri di tutta la champions league, non abbia mai vinto il pallone d’oro?
    semplice, perche in tant, anzi in tantissimi lo hanno definito INGUARDABILE.
    il suo impegno agonistico non è mai stato messo in dubbio, ma per quanto riguarda sponsor e campagna di immagine, pippo non è mai stato all’apice. eppure i risultati lo hanno sempre messo ai primi posti.
    si guarda invece un giocatore come Beckham, spice boy, o come cazzo lo volete chiamare, è ormai un’icona più che un giocatore.
    forse perche nel calcio, sta cominciando a prendere piede, e che piede, il ragionamento di sponsor del giocatore.
    in questo caso vedere ad esempio un inzaghi che carambola e mette la palla in gol con la chiappa sinistra rotolando e vedere invece una fionda di ibrahimovic che viaggia ai 120 km h con le sue lucide Nike Vapor III, è tutta un’atra cosa, (e come dargli torto).

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