Tabella unica: Il menù di Satana

Uno dei grandi rischi del proibizionismo è quello di produrre della propaganda che risulta involontariamente pubblicitaria delle sostanze, o comportamenti, che si vogliono sancire e perseguire. Si va dalle orge sataniche ai festini di “Droga, sesso e perversione”, fino a certe descrizioni degli effetti della droga insieme terrificanti e irresistibili. D’altronde sarebbe difficile sostenere che le sostanze proibite facciano solo male: aldilà di tutto è il classico esempio di come “Milioni di consumatori al mondo non possono sbagliarsi”.

Non si sottrae a questo effetto nemmeno l’asciutto (e controverso) tabellone unico degli stupefacenti recentemente pubblicato dal Ministero della Salute. Quello che stabilisce per ogni sostanza le quantità di principio attivo oltre le quali, secondo la nuova legge, si configura l’ipotesi di spaccio. Oltre ai soliti stupefacenti noti a tutti, e sulle cui quantità consentite ci sarebbe da discutere a lungo, c’è una lunghissima lista di “droghe”, ben 170, molte delle quali sconosciute o quasi.

Alcune nessuno le ha proprio mai provate, tant’è che “non sono disponibili dati riferibili ai livelli individuali di consumo” neppure al Ministero. E’ lecito quindi chiedersi come siano finiti in tabella il Racemetorfano, il Tebacone, la Codossima, l’Ecgonina e la Mirofina. Quale folle burocrazia ha inserito in questo elenco, che s’ingrassa ogni anno con nuove e più potenti molecole, sostanze sconosciute perfino all’OMS? Oltre naturalmente all’altra ovvia domanda: sarà meglio il Tebacone o la Codossima?

Ma anche tra le sostanze regolamentate molte sono veramente sconosciute, come il Gamma Butirrolattone o la Piminodina. Insomma, come succede spesso, questa Sodoma e Gomorra della burocrazia stupefacente può essere letta in due modi: come una lista di droga mortale e immonda, o come il menù del Korova Milk Bar, quello di Arancia Meccanica: “Per me un Mesocarb, con Pemolina, Norpipanone e Menta”.