Vegetariani

M’avete proprio rotto il cazzo, red ronnie Ansaloni per primo; m’avete così scassato la minchia che c’ho voglia di mangiare carne cruda (anche umana), cani morti, bicchieri di sangue e budella di suora. Parlo di tutti gli integralisti vegetariani dell’ultim’ora, questi scassacazzi freschi di conversione (ben alzati!) che ti guardano come un cannibale se ti vedono mangiare pane e prosciutto: “mangi ancora la carne?” ti chiedono, con la faccia di quello che non beve, non fuma, non guarda la tv, non si incazza mai, scopa poco (e male) e gli pare perciò di essere meravigliosamente “moderno”. Si, io la mangio, fumo (di tutto), bevo (poco e male), guardo la tv, scopo ancora e spesso mi incazzo come un dio greco: e allora?

Di carne ne mangio pochissima, spesso niente per mesi; sono fidanzato con una vegetariana e il business della carne in tutto l’occidente industrializzato mi fa schifo. Il caso della mucca pazza (un’espressione che mi fa sempre pensare al Divino Otelma) è chiaramente solo la punta dell’iceberg. D’altronde come si può pensare che in una società la cui alimentazione è basata sulla carne, questa sia genuina? WÙrstel, cheeseburger, cotolette surgelate sono prodotti al ritmo di centinaia di miliardi di pezzi l’anno e spacciati in ogni angolo del globo, con ovvie conseguenze: encefalopatie, antibiotici, estrogeni, adrenalina e chissà quali altri ingredienti si sono fatti strada dentro le povere bestie. Animali che non conoscono il sole o l’erba, allevati in batteria, ingozzati per tutta la (breve) vita di cibo da ingrasso, in attesa di trovare indegna sepoltura nell’intestino di un commercialista di Mesagne… Non è bello, lo capisco e concordo.

Ma credete che le zucchine stiano meglio? Siete davvero sicuri che nella vostra lattughina del cazzo (allevata in batteria pure lei) non si nasconda un pericoloso bastardo spongiforme? E poi: non sapete che la rucola strilla come un somaro quando la tagliuzzate? Il suo problema è che urla a frequenze inudibili per l’orecchio umano; così red ronnie (paladino dei neoconvertiti) la può ammazzare e macellare senza sentirsi in colpa. Non c’è un cazzo da fare; per quanto possiamo allontanarci dall’idea di “procacciarsi il cibo”, quello di nutrirsi resta sempre un fatto traumatico per qualcuno (oppure vogliamo considerare il tacchino una “persona” e la melanzana una cosa?): io mangio la vacca che mangia l’erba che mangia merda di lombrico che mangia mio nonno morto sottoterra. Così va, che a red piaccia o meno.

Quello che penso è che smettere di considerare la carne (e il prosciutto e il salame etc.) l’ingrediente base della nostra dieta, e avere una maggiore coscienza di quanta carne si consuma ogni giorno senza pensarci siano importanti passaggi culturali (che possono favorire, con la diminuzione del consumo, migliori condizioni di allevamento). Si può vivere non mangiando carne (o mangiandone meno), e si vive bene lo stesso: è importante saperlo e utile dirlo. Bisogna però anche dire che i dietologi ci raccomandano una dieta il più possibile varia (l’uomo – come molti primati superiori – è onnivoro), quindi anche con un po’ di carne (e un po’ di grassi, un po’ di zuccheri, un po’ di roxibar). E io vi raccomanderei un altro ingrediente utile per vivere tutti quanti un po’ meglio: la tolleranza. Sei vegetariano? Ottimo. Vuoi dimostrarmi quanto questa politica sia sana per te e per tutto il pianeta? Parliamone pure. Ma se ti senti per questo migliore di me, e quindi in diritto di giudicarmi, allora vai affanculo tu e tutti gli integralisti dell’integrale, gli oltranzisti dell’hip hop, i difensori della musica “suonata”, i cultori della razza bianca, di quella nera, gli ultra-cattolici, i paladini del nuovo, del vecchio, i non fumatori di professione, le femministe anti-maschi, i leghisti anti-meridionali e viceversa. E sempre viva Lee Perry, che alla domanda “what kind of music do you like?” ha risposto “I like do-re-mi-fa-sol-la-si music”.

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