(testata: Rolling Stone)
Storia della musica da comprare, scaricare, “rubare”. Con conclusione (per ora) certa: si vive tra le nuvole.
Per gli utenti meno esperti è stata una bella sveglia, per tutti gli altri una conferma: la recente, controversa chiusura del servizio di “archiviazione” online Megaupload (il cui gestore è stato presentato dalla stampa mondiale come una sorta di Al Capone del web), e l’effetto domino sugli altri servizi di file vault, ha riportato in prima pagina quella che rischia di essere LA questione principale del dibattito sui contenuti in rete. Perché se da un lato scaricare contenuti da internet rimane un’operazione perlopiù illecita (malgrado non lo sia nella percezione di molti utenti), dall’altro il modello che suggerisce, e cioè tutti i contenuti sempre disponibili da casa con un semplice clic, costituisce la matrice di tutti gli store digitali legali, come l’iTunes Music Store. Questa idea visionaria, tra le poche vere rivoluzioni del Duemila, compare sulla scena nel ’99 con Napster, la prima, vera piattaforma peer to peer della storia… Continua a leggere sul sito di Rolling Stone.