Real life Spam

Anche grazie alla tecnologia cresce l’affollamento pubblicitario nel mondo reale. Dove non ci sono regole certe e dove difendersi, senza mouse o telecomando, è impossibile.

La pubblicità è parte integrante del nostro paesaggio quotidiano, e ormai siamo abituati a conviverci, e a difendercene. L’atteggiamento generale però resta di diffidenza; c’è un’authority che vigila sulla pubblicità, c’è un codice di auto-regolamentazione dei pubblicitari (parzialmente disatteso, ma c’è), ci sono perfino settori nei quali la reclàme è regolamentata per legge: radio e televisione, per esempio, non possono eccedere una certa percentuale del tempo (cosa che invece avviene spesso) e in certi contesti, come nei programmi per ragazzi o durante gli eventi sportivi, le regole si fanno anche più stringenti. Oltre ai limiti qualitativi, come quello sulla pubblicità agli alcolici nei programmi giovanili (spesso ignorata, ad esempio in quelli musicali), si è anche posto un limite all’affollamento (che già il termine dice molto).

Quindi nel mondo elettronico dei media ci sono alcune regole, che invece sono completamente assenti in quello digitale del web. Tutti conosciamo lo spam, e alcuni filtri finalmente consentono di difenderci. Abbiamo anche già visto i banner, e non ci fanno più niente. Ci infastidiscono invece quei pop-up che si aprono su quello che si sta leggendo, ma anche questo è marketing preistorico, oltre che irritante (e si può disabilitare, sapendo come). Più sensibile mi pare invece la campagna AdSense di Google, diretta ai molti milioni di gestori di siti web. E’ pubblicità testuale, identificabile, non invasiva, teoricamente in tema con gli argomenti del sito e molto flessibile, anche quantitativamente. E soprattutto promette una trasparenza che fa piacere. Quindi al grande affollamento corrispondono strumenti sempre più efficaci per difendersi, e politiche pubblicitarie meno becere.

Nel mondo reale invece di strumenti, o regole, non ne esistono affatto: siamo nel libero mercato. E se in una rivista come questa l’affollamento pubblicitario almeno ne abbassa il prezzo finale, quello nelle città aumenta ogni giorno, in maniere spesso perversissime e incontrollabili, senza che ce ne venga nulla. A Milano qualsiasi cantiere è buono per spalmarci sopra dei mega-cartelloni. Nella Metropolitana hanno installato degli schermi, sapientemente intercalati ai soliti manifestoni, che rimpinzano chi aspetta di notizie inutili e vagonate di pubblicità. Sui tram prima c’erano le strisce in alto, poi sono comparsi gli adesivi esterni, quindi dei cartoncini legati ai corrimano e adesso si stanno vendendo anche i finestrini: ci attaccano degli speciali adesivi semi-trasparenti ad altezza occhio. Ma Roma non è da meno: alcuni taxi hanno un monitor che mostra al passeggero degli spot a ripetizione: essendo collegato al tassametro non si può spegnere e va in automatico. Pare che non sia stato il solo a protestare, per fortuna. In fondo, se esiste un parametro per l’affollamento pubblicitario televisivo, come mai quello stradale è selvaggio (tranne nei pochissimi spazi liberi, sempre occupati abusivamente, e malvagiamente ricoperti, almeno a Milano, da orribili strisce con scritto Affissione Abusiva)? Perché io chiamo spam e disprezzo la pubblicità elettronica del Viagra, e mi tocca sopportare i talloncini “per un dimagrimento rapido e veloce” che penzolano in tram? Non è spam quello? E il palazzo all’angolo, che ha coperto il ponteggio dei lavori con un immenso spam visuale? Magari gli rende, ma rende anche orribile un paesaggio esteticamente già abbastanza problematico, come quello delle nostre città.

Inaspettatamente, mi pare che di tutti i nostri mondi, quello in cui siamo più indifesi è proprio quello che dovrebbe contare di più, e cioè la vita reale e fisica. Se come spettatori abbiamo dei diritti, e come utenti della rete possiamo difenderci, come cittadini siamo alla mercè degli spammer (legali) dei tram, dei muri e dei ponteggi, dei Viagristi dei jeans e del Mobilificio Asian Sluts. Spam che non si può filtrare, pop-up che non si chiudono con un clic, messaggi ripetuti decine di volte al giorno senza poter nemmeno cambiare canale: altro che enlarge your penis.