C’è un aspetto della trattativa sui dazi USA/UE che mi fa riflettere, e che forse potrebbe avere delle ripercussioni future. Com’è noto ci saremmo accordati per il 15% di dazi sulle merci esportate verso gli USA, più una valanga di oneri aggiuntivi, l’energia, le armi, gli investimenti in America e via dicendo. Questa umiliazione ci è stata presentata come “il male minore” (dato che Trump aveva sparato altissimo) e come “il prezzo da pagare per appartenere al blocco occidentale”. Un blocco è tale se si contrappone a altri blocchi, in una logica da guerra fredda che forse sarebbe ora di dichiarare finita. Ma l’aspetto che mi fa pensare è un altro. Se l’Europa mi avesse comunicato che: “Acconsentire alle richieste statunitensi sarebbe ingiusto per gli europei e sbagliato politicamente: non ci si sottomette a un bullo. Quindi bisogna tirare la cinghia, trovare nuovi mercati e riportare il commercio globale a una logica liberista e improntata al progresso globale. Saranno anni difficili ma meglio poveri che schiavi”, io probabilmente avrei capito e, pur detestando la logica che governa il commercio mondiale, avrei condiviso questo atteggiamento. Con un effetto collaterale gigantesco: ecco finalmente emergere una politica europea adulta, in grado di dialogare col mondo da pari. Magari sono un sognatore, ma l’alternativa (cioè quella che si va delineando, le trattative sono ancora in corso) mi pare orribile. E se il bullo lo assecondi, quello capisce che funziona e fa peggio: per noi saranno anni difficili, poveri e pure schiavi.


Volevate evitare la guerra e salvare l’onore. Avrete la guerra e perderete l’onore. Winston Churchill, of course…