Per un pelo

Quasi tutti oggi si depilano, uomini e donne. Ma per alcuni il pelo non è affatto superfluo.

A guardare la pubblicità, e i modelli dominanti di bellezza, sembrerebbe che nel terzo millennio gli unici peli utili siano i capelli. Più che utili: indispensabili. A tal punto che perfino illustri uomini di stato, perlopiù italiani, si sottopongono a complesse procedure chirurgiche per ricostruire ciò che la natura si è portata via (e se quella cosa parcheggiata sulla pelata di Berlusconi è il meglio che si può ottenere, c’è ancora molta strada da fare in questo settore). Gli altri peli però sono quasi tutti superflui, sia per i maschi che per le femmine. L’idea dell’uomo villoso e perciò maschio ha lasciato il posto a quella di una bellezza glabra, e il mercato offre una serie di “rimedi” a questo “problema”, primo tra tutti la ceretta; che se per una donna è un’operazione dolorosa ma limitata nello spazio, per certi maschi vanitosi vuol dire un full body job il cui effetto, nella migliore delle ipotesi, dura un paio di settimane. Tant’è: chi bello vuol comparire, dicevano i nostri nonni (che non sapevano quanto fosse profetico questo proverbio), qualche cosa deve soffrire. Non l’ho mai provata (e me ne guardo bene), ma a occhio la ceretta integrale mi sembra, in termini di sofferenza, assai più di “qualcosa”: mi pare un buon sistema per farmi confessare qualsiasi misfatto vero o presunto.

Tradizionalmente le donne si depilano le gambe, le ascelle, e nei casi più ostinati le braccia e (quando non basta schiarirli) i baffi. Questo da sempre; già le donne egiziane si depilavano integralmente (con tecniche non tanto dissimili da quelle odierne), e così anche nell’antica Grecia: le statue maschili hanno peli pubici, quelle femminili mai. Allora si associava all’assenza di pelo l’idea di gioventù, e questo concetto sembra essere rimasto scolpito nel nostro subconscio perché la depliazione è tra le pratiche femminili più comuni, e ha resistito perfino agli anni più duri del femminismo. Era ovvio quindi che come tutte le cose proibite, o comunque socialmente scoraggiate, quello dei peli diventasse un fetish. Questo passaggio è quasi automatico, e lo dimostra l’esplosione dello smoking fetish alla quale si è assistito negli ultimi anni (quasi due milioni e mezzo di risultati su Google). Questo amore risponde anche a un’altra regola: quello che è poco comune diventa ricercato (nell’epoca del Viagra e di Rocco Siffredi, non potete immaginare quante persone siano interessate ai peni minuscoli).

Oggi esistono centinaia di siti web e newsgroup dedicati a questo argomento. Tra i secondi spicca per affollamento female.bodyhair, che conta circa 2000 nuove immagini al giorno, e quello specializzato nei peli femminili sull’avambraccio (forearm-hair). Tra i primi va citato hairy.amkingdom.com, da cui viene l’immagine che correda questo articolo: 1.300 natural & hairy models – 800.000 stunning images – 4.000 images added weekly – hundreds of hairy video clips – mild to extreme hairy content. Interessante la lista delle 7 categorie trattate: Young and hairy women, Scary hairy women (donne dalla peluria eccezionale), Hairy fun, Exotic and hairy, Hairy lesbians, Mature and hairy, User submitted wives and girlfriends. Si tratta perlopiù di graziose giovanotte che, per denaro, sospendono per qualche tempo la depilazione dei peli pubici.

Ma di recente si è affacciata sulla scena del porno-fetish una nuova categoria di donne pelose: le Hippie. Le quali, a differenza delle Rock chick stile Suicide Girl, non si depilano per motivi ideologico-naturalistici (da cui l’espressione “Natural women”). Tra i siti specializzati in questo genere vanno citati Hippiegoddess.com (“Natural Hairy, Dreadlocked, Hemp Wearing, Barefoot, Earth-loving Goddesses”) e l’australiano Girlsoutwest.com che, pur non essendo specializzato in irsutismo erotico, ne propone una bella varietà. L’utilità di questo genere di materiale mi pare innegabile: essendo amanti del genere, provereste a chiedere alla vostra fidanzata di smettere di depilarsi?

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