Scrive lo studente di Bocconi aggredito qualche giorno fa:
Sono stato protagonista nella mia università, la Bocconi, di un episodio di aggressione a sfondo omofobico. Mi hanno apostrofato dandomi del “frocio, ricchione e omosessuale” per aver ripreso uno studente che strappava un poster dell’associazione Best che pubblicizzava la Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia.
La domanda sorge spontanea: se è vero che il clima ostile intorno a Berlusconi potrebbe innescare episodi di violenza (come nel caso del famoso lanciatore di statuetta, una persona con del disagio mentale che però viene costantemente citata come prodotto dell’odio), viene naturale chiedersi se il clima ostile che alberga nella mente di Giovanardi potrebbe essere la causa di questi episodi.
Ci sono cose che tutti noi ci portiamo dietro, cose che riflettono un’educazione ricevuta, una compagnia che abbiamo frequentato da adolescenti, una predisposizione mentale.
Non so a quali dei tre esempi corrisponda il Giovanardi, ma dalle mie parti una volta si diceva “E’ una brava persona”, oppure “Per fortuna frequenta una compagnia sana”, oppure “Ha il pallino per la musica, che ci vuoi fare…”.
Non solo il Giovanardi, ma molti, molti altri che dovrebbero dare un esempio, oggi, non appartengono a nessuno dei tre esempi che ho citato (volendo, ce ne sarebbero altri): lo dico con certezza, poichè il clima che si respira, confermato anche da coetanei rispettosi, garbati, gentili e intelligenti, non è tra i migliori, che io ricordi. Va da sè che il nostro soggetto non è un prodotto, ma un ingrediente.