Scopro con un certo ritardo (non passo la vita a cercarmi su internet) che due anni fa la Sugar ha messo online il mio primo remix per gli Avion Travel, fatto nel 1998. Credo che sia su “tutte le piattaforme”, su YouTube ha 43 views. Questo è uno dei brani più misteriosi della mia carriera e ha una storielletta. Antefatto: conosco la Piccola Orchestra Avion Travel dall’inizio degli ’80, il loro primo produttore è un mio vecchio amico e li ricordo prima del primo disco, ancora New Wave, già interessanti. Avanti veloce: 1998, gli Avion nel frattempo hanno cambiato genere, sono diventati famosi (e non credo si ricordino di me); la Sugar (via Carlo Antonelli) mi propone di remixare il singolo di quell’anno, Dormi e Sogna, per includerlo in un EP insieme a altri remixatori ben più illustri di me (Arto Lindsay e Roberto Vernetti). Mi mandano le tracce, ci lavoro per una settimana ma non esce niente di decoroso – succede. A quel punto chiamo in Sugar e gli dico: questa non mi riesce, non è che per caso vi interesserebbe un “megamix” fatto di campionamenti degli Avion? Se mi mandate la loro discografia magari ne esce qualcosa di buono. Il megamix è abitualmente un oggetto mostruoso, uno zibaldone di grandi successi inzeppati insieme, trenini a capodanno, baldoria, non esattamente il mondo AT. Ma in Sugar (per via di Carlo Antonelli) in quel periodo erano arditi, così il giorno dopo mi vedo recapitare un bel paccone con dentro forse 8 CD. Mi metto al lavoro e in tre giorni produco questo oggetto, realizzato assemblando decine di campionamenti da molti brani diversi. Lo mando alla Sugar mettendo come sempre le mani avanti, ma agli Avion (e a Sugar) piace molto, quindi viene incluso nel CD. Da allora l’ho sentito utilizzato anche altrove, perfino nel trailer di un film. Mi fa molto piacere (pur non essendo un “avente diritto”, benché il brano sia assolutamente originale e piuttosto distante dallo stile della band): è un oggetto musicale davvero misterioso, che essendo strumentale inizia con la frase “Quando non mi riesce di parlare”, ha riferimenti molto strani (a me il finale ricorda Bowie/Sakamoto, per dire) e una qualità autostradale unica nel mio repertorio.