Sarò un po’ un cojone, ma devo dire che l’avventura umana nello spazio mi affascina molto. Sarà l’idea della nuova frontiera (forse l’ultima?), il brivido dello spazio profondo, la consapevolezza che quei luoghi sono lontanissimi da Rocco Buttiglione (che per me resta il paradigma dell’abisso) ma quando leggo/sento/vedo/parlo di spazio mi viene il brividino. Come si può restare indifferenti di fronte alla saga di Opportunity, il rover marziano spedito da Nasa/Jpl e atterrato (ammartato?) il 25 gennaio 2004, vita prevista 90 giorni e invece è ancora lì che trotterella (ha percorso ben 24 km) , scruta, analizza e fotografa?
E non solo lui scatta, ma la Nasa e il Jet Propulsion Laboratory condividono con ardore tutte le immagini che il rover invia sulla terra, sia in versione raw che rielaborate in stupefacenti panorami giganteschi (anche in 3D) che raccontano Marte quasi come se ci fossimo seduti sopra. Vai Oppo, sei tutti noi, sei il vero Wall-e e, se tutto va bene, non dovrai mai sapere chi è Rocco Buttiglione.