Come forse avete notato non ho mai parlato della legge che si propone di fare tagli alla cultura, alle fondazioni liriche, ai teatri. Non m’importa? Come no: accolgo con piacere nella trincea dei morti di fame tutti quegli operatori culturali che, a differenza del sottoscritto (e di TUTTI i musicisti italiani che non fanno ne’ lirica ne’ musica folk), hanno goduto in questi decenni di pacchi immensi di soldi, e che adesso si ritrovano col culo nell’acqua: se volete vi insegniamo a nuotare. Non solo, ma difendere la Turandot mentre i Massimo Volume (o Dargen D’amico) devono lavorare per vivere mi sembrerebbe terribile. Quindi semmai chiudessero le fondazioni liriche non mi strapperò i capelli: notoriamente la lirica la fanno bene anche in Corea, dove però producono pure tecnologia d’avanguardia.
Registro invece due crolli d’immagine poderosi, almeno per me. Il primo non è una sorpresa: l’ONU sanziona l’Iran per il nucleare mentre è assai gentile cogli Israeliani (i quali anche hanno l’atomica ma non lo dicono) che attaccano navi in acque internazionali – o che radono al suolo case arabe a Gerusalemme est per farne di proprie. Ma che l’ONU non fosse l’Organizzazione delle Nazioni Unite lo sapevamo già. Viceversa m’ero sempre fidato dell’OMS. Dice la Stampa: “Secondo il British Medical Journal, l’Organizzazione mondiale della Sanità occultò di proposito un elemento chiave, cioè il legame finanziario tra alcuni dei suoi esperti e le case farmaceutiche Roche e Glaxo, fabbricanti del Tamiflu e del Relenza, i farmaci antivirali contro l’H1N1. L’Oms indusse i governi di mezzo mondo a fare scorte di questi vaccini.” Mortacci vostra.
Forse non siamo gli unici pecoroni (siamo = come Italia).
Questo un pò mi rallegra.
Ma, non conoscendo gli altri Paesi che hanno fatto scorte di antivirus, se risultano essere in buona percentuale cosidetti “Paesi in via di sviluppo” allora è un’altra cosa.
E questo mi rattrista.
Tuttavia, noi ci abbiamo gente che cresce con voglia di SUV e Grande Fratello, e sono una notevole fetta di Paese. Chiamaci pirla!