La storia del Ministro Cancellieri che intercede per Giulia Ligresti è brutta, per un certo numero di ragioni (non ultima che suo figlio era stato dipendente della Ligresti), e orribilmente italica: come al solito i raccomandati passano avanti. All’italiano però questo argomento appassiona poco: per piacere o per forza gran parte di noi, a un certo punto, si è fatto “segnalare”. Gli sfigati come me, che grazie a una conoscenza hanno avuto un contrattino di tre mesi in Rai per iniziare (l’esperienza fu così spiacevole che mi giurai di non ripeterla mai più), e quelli più scaltri, che con una raccomandazione come si deve si sono piazzati a vita (in un ministero, in una asl, ecc). Gli innocenti sono davvero pochissimi (e encomiabili, secondo me), il “favorino” prima o poi l’hanno chiesto tutti. Certo, che una signora di una famiglia così compromessa con la mala politica italiana possa rivolgersi direttamente a un Ministro della Repubblica è prevedibile e sconcertante allo stesso tempo; che, nell’endogamia politico-affaristica in Italia, i figli dei potenti abbiano lucrosi impieghi presso grandi aziende dai bilanci a volte opachi pure è naturale ma ripugnante. La morale è sempre la stessa: dei valori morali e dell’etica, qua ce ne fotte poco.
Adesso ci si chiede cosa fare di questo Ministro così goffo e improvvido, per non dire di peggio. C’è chi chiede le dimissioni (un po’ ipocritamente, secondo me), chi la loda per il suo intervento. Che lei definisce “umanitario”; interessante, e mi suggerisce una soluzione. Se il Ministro Cancellieri è davvero una persona così umanitaria, e non faccio fatica a crederlo, faccia un passo avanti e si faccia carico degli oltre mille detenuti italiani in precarie condizioni di salute: oltretutto è il Ministro della Giustizia, quindi sarebbe perfino il suo mestiere.
Ecco: come pena per la sua raccomandazione a Giulia Ligresti, il Ministro dovrebbe comperare una pagina sui quotidiani, e far pubblicare i suoi numeri di telefono: l’ufficio (diretto), il cellulare e anche il numero di casa. Così tutti i familiari dei detenuti che si trovassero a disagio nelle carceri italiane potranno chiamarla e farle presente la loro spiacevole situazione.
Ieri sera parlavo di questa cosa con mia moglie, e le ho detto la stessa identica cosa: stamattina leggo questo pezzo.
Ma questo Ministro, stando ai giornali, avrebbe consegnato le dimissioni per ben due volte, rifiutate entrambe le volte dal vertice di governo: io dico che quando si diventa politici a questo livello, si perdono inibizioni e senso della misura terrena (e molto spesso anche dignità, giacchè si diventa vittimisti se si viene indagati per una porcheria come questa, gli esempi non mancano).