Talkin about a revolution

Uno dei temi che più hanno appassionato il genere umano negli ultimi quarant’anni è stata la rivoluzione sessuale. Questa parola chiave è stata utilizzata molte volte nel corso degli anni, in vari contesti. Quella classica, la rivoluzione sessuale che ormai è nei libri di storia, è quella legata agli anni ’60 e al rifiuto, da parte dei giovani, di molti comportamenti delle generazioni precedenti: politici, sociali, etici e anche sessuali. Erano anni difficili e complicati, nei quali questa rivoluzione assumeva parole d’ordine a volte impossibili, come Amore Libero (cioè l’idea che il sesso si potesse, e in certi casi si dovesse, fare con tutti) o Coppia Aperta (un modello di relazione sentimentale nella quale i due partner erano liberi di intrattenere relazioni con altri). Cose difficili e spesso dolorose, portate avanti nel nome di un’idea che, personalmente, continuo a trovare molto interessante: la sessualità non è solo l’atto meccanico di fare del sesso ma un comportamento complesso, che coinvolge molte zone della mente umana; un’attività che è certamente personale, ma anche politica.

Un indizio di questa sua caratteristica si riscontra in un dato interessante: negli anni successivi ai ’60 la bandiera della rivoluzione sessuale è stata raccolta e innalzata da due grandi movimenti di liberazione, quello delle donne e quello degli omosessuali. La storia di questi movimenti è profondamente legata ai cambiamenti sociali, in meglio, che la nostra società ha avuto: il riconoscimento di una specificità femminile (per esempio nelle arti) diversa da quella maschile, o l’affermazione del diritto di vivere la propria vita sessuale liberamente, potendo scegliere con chi e come fare del sesso, o farsi una famiglia. Naturalmente sappiamo tutti che, almeno in Italia, nessuna di queste battaglie è ancora vinta, che abbiamo poche donne con ruoli dirigenziali e incarichi politici di rilievo, e che gli omosessuali sono ancora spesso oggetto di discriminazione. Però abbiamo notato anche che ora ci sono sindaci e ministri donne, che in TV si parla ormai piuttosto liberamente di coppie omosessuali e che, in generale, l’italiano medio sembra aver capito che ci sono questioni ben più gravi del fatto che Dolce e Gabbana fanno sesso insieme. La situazione insomma è arretrata ma in movimento.

Una delle battaglie che invece vanno ancora combattute è quella legata alle sessualità alternative, tutte quelle forme di inclinazione sessuale considerate fuori dalla norma – come ad esempio il BDSM (acronimo inglese che sta per Bondage, Domination, Submission, Masochism; insomma il Sadomaso) o le varie forme di feticismo. Queste attività, magari orribili per voi ma intensamente gratificanti per chi le pratica, fino a oggi sono state relegate nel privato delle camere da letto (o dei dungeon, nel caso del BDSM). Da qualche anno però proprio questi generi di comportamento sono oggetto di grande attenzione da parte della società: dal “famolo strano ” di Verdone fino alle suggestioni Sadomaso di molte collezioni di moda, per arrivare all’onnipresenza di zone fetish o bizarre su internet. Il mondo insomma, pare oggi molto interessato a forme diverse e a volte estreme di uso del proprio corpo, da solo o in relazione con altri corpi – e menti.

Personalmente trovo questa irrequietezza profondamente salutare. L’idea che, nell’era del Viagra (e quindi del mito dell’efficienza sessuale perenne), ci siano persone che spostano il focus della propria sessualità dai genitali al cervello mi pare ottima. Che ci sia sempre più gente che non si accontenta della posizione del missionario, ma invece esplora nuove possibilità, mi sembra ottimo. Tenendo anche conto di un dato interessante: tra le cose andate in crisi negli ultimi decenni ci sono i legami di coppia e il mito del matrimonio a vita. Molti danno la colpa di questo all’idea consumistica delle relazioni sessuali che oggi pervade la società. Se questo è vero, la domanda è lecita: secondo voi, ha più chances di durare una coppia standard, o una legata da una comune, intensa, irrefrenabile passione sessuale – magari oggi ancora inconfessabile in pubblico?

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *