L’attuale governo italiano si dice liberista. Questa teoria filosofico-economica piuttosto diffusa nel mondo ha tanti difetti (il più vistoso dei quali è la globalizzazione che sta massacrando il sud del mondo) ma in teoria avrebbe anche qualche pregio, soprattutto se fosse applicata alla sfera della persona e dei suoi diritti. Una delle mie citazioni preferite a questo proposito (ne ho perfino fatto una canzone) è di John Stuart Mill, uno dei padri del liberismo. E’ tratta dal “Saggio sulla libertà” del 1859:
“L’unico motivo per cui il potere può essere esercitato giustamente sul membro di una comunità civilizzata, contro la sua volontà, è di prevenire un danno agli altri. “Il suo bene”, sia fisico o morale, non è un motivo sufficiente. L’individuo non può essere costretto a fare o non fare qualcosa perché questo è meglio per lui, perché lo renderà più felice o perché, nell’opinione degli altri, sarebbe più saggio o più giusto. L’unico aspetto del comportamento di una persona di cui deve rendere conto alla società è quello che concerne gli altri. Sopra se stesso, sul suo corpo e sulla sua mente, l’individuo è sovrano.”
Già così alla prima lettura fa un bell’effetto; almeno una cosa sulla quale sono sovrano. Poi riflettendoci uno si accorge che questa affermazione riguarda moltissime questioni importanti e scottanti dei nostri giorni: l’accanimento terapeutico, l’eutanasia, la terapia del dolore, ma anche gli sport estremi, il sadomaso, tatuaggi e piercing: sul mio corpo sono sovrano e faccio come mi pare. Sarebbe bello avere un governo, perfino di destra e con dentro Tremonti (che sembra una compilation degli incubi della mia infanzia: maestre puntigliose, presidi sadici, bidelli dickensiani e compagni di banco odiosi), che la pensasse così. Magari farebbe una politica sociale brutta ma almeno potremmo andare avanti su alcune questioni.
Invece no. Anzi, questo governo liberista proprio su queste questioni si sta rivelando veramente illiberale. I due esempi perfetti sono le campagne antidroga e antifumo. Dopo l’approccio floscio dei governi precedenti (o ti fai o ci sei e tutte quelle altre bellissime frasi che a leggerle ti viene voglia di sniffare colla) ecco che AN ottiene la linea dura sulla droga: proibizione totale, punibilità per l’uso, tolleranza zero e, cosa esecrabile da molti punti di vista, annullamento della distinzione tra droghe leggere e pesanti. Aldilà del fatto scientifico c’è una questione che mi pare ovvia. La droga c’è, giusto? Cioè in Italia, volendo, drogarsi oggi è possibile; l’obiettivo di un Ministro della Salute (perfino di uno con tutti quei tic) dovrebbe essere di informare i giovani sulla pericolosità delle varie sostanze. Se invece lui dice che la Marijuana e la Ketamina sono uguali, il giovane non saprà che la Ketamina uccide mentre l’Erba (che farà pure malissimo ma non è un anestetico per cavalli) no, e magari inizierà direttamente dal Crack – per poi magari scoprire anni dopo che in realtà voleva solo farsi due cannette in pace.
“Libertà di non fumare” dice la campagna antifumo. Assurdo, come dire acqua asciutta: se riduci le possibilità non stai allargando l’area delle libertà, soprattutto se elimini le zone fumatori. Il risultato principale di questa crociata è la scomparsa del fumator cortese – incluso il sottoscritto. Io ho sempre cercato di non dare fastidio a nessuno con le mie sigarette: chiedo, guardo, se ci sono bambini non fumo (perfino in presenza di genitori irresponsabili)… Cose del passato; da quando hanno introdotto il divieto sugli Eurostar sono diventato un Mujaidin della nicotina. Fumo ovunque: nei bagni, sulle piazzole, nei passaggi tra le carrozze. Le spegno platealmente e lascio cicche e pacchetti vuoti nel treno. E mi dispiace per i non fumatori, ma non è colpa mia. Ditelo al Ministro: “L’intolleranza nuoce alla salute, ostruisce le arterie, invecchia la pelle, provoca malformazioni nei neonati, infarti e ictus e soprattutto danneggia gravemente te (che non fumi) e chi ti sta intorno”.