Sto combattendo una piccola guerra di civiltà contro una società di marketing, di cui ometto il nome ma non l’aggettivo, una merda, che di mestiere vende dati personali. Si sono venduti i miei, senza il mio consenso, e adesso mi sto facendo realizzare dal mio avvocato un bel paralume col loro fegato. Nel corso di un colloquio telefonico, la povera addetta alle pubbliche relazioni della merda (un lavoraccio: è un po’ come fare da PR a Bin Laden) mi ha rivelato un dato interessante, che vi giro.
Un paio d’anni fa Telecom ha chiesto a tutti gli abbonati di rinnovare il consenso a comparire sull’elenco, rendendo automatica la possibilità di escludersi. A quel momento c’erano 20 milioni di nomi nell’elenco, subito scesi a 17. Nello stesso modulo era anche prevista la possibilità di rendere il proprio numero disponibile per ricevere offerte commerciali (infatti non basta essere nell’elenco, ma bisogna dare il proprio consenso). Hanno aderito a questa proposta 278.000 italiani (che evidentemente si sentono soli e apprezzano qualsiasi squillo del telefono), cioè meno del 2% del totale.
Dicono i pubblicitari: “La reclàme è bella, utile e informativa; il tuo mondo è migliore per via della pubblicità.” Per fortuna oltre 98 italiani su 100 pensano che questa sia una fregnaccia. Grazie.

