Le polemiche estive sono davvero sempre uguali: la gente ha troppo tempo libero e troppi social network, e si finisce col dire sciocchezze – o peggio discuterne. Le mie preferite degli ultimi giorni riguardano ambedue i grillini, però con un risvolto inaspettato. Come forse sapete, non ho una grande opinione del M5*: ne detesto i proprietari, alcuni dei suoi esponenti mi fanno rabbrividire e le sue idee mi sembrano spesso inadatte, infelici, a volte insopportabili. Se però il cittadino Di Battista dice che i terroristi dovrebbero essere degli interlocutori, e che tra le cause dell’attuale violenza ci sono fatti antecedenti (lui cita il caso del carcere di Abu Grahib e le foto delle torture, ma la lista è lunghissima) non direi che è “amico dei terroristi” (un coro unanime, da Gasparri a Renzi) bensì che sta ripetendo un concetto antichissimo, evidente e quasi ovvio: se mi prendi a calci nei denti, io cercherò di fare altrettanto. Violenza chiama violenza. E’ vero in Iraq, è stato vero in Italia, e in infiniti altri posti nel mondo. C’è chi pensa che l’unica possibile arma contro l’estremismo sia la dignità del dialogo, il linguaggio simbolico e l’uguaglianza. Io sono tra quelli – anche se ripeterlo per la centomilionesima volta (avendolo io sentito dire a mia volta da giovane) mi annoia mortalmente.
Due giorni fà Grillo attacca il Tg1, dicendo che è fazioso. Confesso che mi piacerebbe moltissimo dormire bene come il Beppe, che sono quasi cinquant’anni che ronfa e non vede niente. Mentre negli anni di piombo lui addormentava la gente su Rai Uno con la sua comicità mediocre, noi eravamo per strada a strillare che il Tg1 era fazioso. E tale è rimasto per tutto il tempo in cui ha mangiato a spese della Rai, fino a oggi. Che lo denunci con forza adesso fa ridere e un po’ pena. Ma non tanto quanto quegli occhiali.