
Ieri sono stato alla Gay Parade, che a Amsterdam avviene su barche: molto pittoresco, ma assai dissimile dai nostri Pride. In un senso semplice e al contempo inquietante. Da noi il Gay Pride è ancora molto significativo, esiste un effettivo bisogno di pride, di riconoscimento, di coming out. Qui invece i gay sono completamente inseriti, per niente discriminati e anzi sanno anche esprimere opinioni conservatrici e atteggiamenti tradizionalistici che da noi sarebbero impensabili. Questo è un gran segnale di maturità della società olandese e allo stesso tempo è lievemente inquietante; il Pride è un po’ come la Fiera degli Obei obei a Milano, o quella dei Noantri a Roma: feste per famiglie, con barcarelle sponsorizzate e occasioni commerciali; celebrazioni generiche delle quali si è un po’ perso il significato. Il colpo d’occhio però era molto notevole. Nella foto, un ingorgo di barche sul Prisengracht.
Poi apro la posta e scopro che il buon Enrico segnala ai visitatori del suo blog la mia intervista con Mark Dery. Non solo ma, essendo un buon amico, ne traduce anche un bel pezzo in italiano: ottimo Morbinz, e grazie mille.

