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Pop & culture

Posted on October 27, 2014October 27, 2014 by SM

Ieri sera ho avuto modo di vedere (su Bbc4, in Olanda) le prime due puntate di una serie HBO che sulla carta mi pareva eccellente, e il risultato mi sembra ottimo. Si tratta di Foo Fighters Sonic Highways , la serie di documentari che appunto documentano il viaggio musicale dei Foo Fighters attraverso gli USA. In ogni città celebrano la musica locale e poi, in uno studio storico del luogo, scrivono e registrano un brano – spesso con ospiti. Parte reality, parte rockumentary, parte making of (la serie ovviamente produrrà un album), mi sembra un progetto assolutamente azzeccato per molte ragioni. Per i fan è una manna, otto ore di documentario. Per i Foo Fighters mi pare un modello di business geniale, in una epoca dove non si vendono più dischi. Per la musica, e la cultura pop, mi pare un’ottima occasione di celebrare la musica americana. Artisti italiani: invece di piangere che il vostro album non si vende, fatevi venire delle idee così – possibilmente però senza andare a intervistare Pupo. Una dritta? Andate a parlare con Enrico Ciacci – vero mito vivente della musica italiana.

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2 thoughts on “Pop & culture”

  1. Luca says:
    October 28, 2014 at 12:48 am

    Fatalità proprio ieri sera ci ho zappato su (la puntata sul GoGo di Washington DC) . Appena inquadrato Grohl ho avuto l’impulso di cambiare (because “Fuck the Foo Fighters!”) ma invece non era male. Il Grohl vende il suo brand ma dentro ci sta un sacco di roba cool – come il Trouble Funk.

  2. rev desmond fufu says:
    October 29, 2014 at 8:23 am

    veramente anche su suolo italico fu tentato un esperimento nella stessa direzione, sponsorizzato da un whiskey del tennessee, che ha inaugurato quel genere televisivo che mi piace definire ” ciprì e maresco a loro insaputa “, perché sappiamo come vanno a finire le cose da queste parti.

    @ luca
    anch’ io nutro dubbi sulla sua trascinante carica di simpatia, resta il fatto che dietro la batteria grohl è uno che cambia il tiro delle canzoni e che coi soldi suoi ha prodotto un sacco di band meritevoli – senza perderci un cent, anche questo è da ascrivere a suo merito, che la beneficenza meglio lasciarla alle dame di carità.

    ciao amichi

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