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The real r’n’r animal

Posted on August 1, 2014 by SM

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Tra i molti musicisti che ci hanno lasciato di recente, ultimo Dick Wagner giusto ieri, qualche giorno fa è morto Johnny Winter. Il quale era davvero un grande personaggio, per molti versi la massima possibile evoluzione del musicista rock (considerando che Hendrix è andato). Come chitarrista era stratosferico, un caposcuola assoluto. Come produttore, nel suo genere, ha raggiunto un livello probabilmente non superabile: nel ’77 porta in studio Muddy Waters e produce tre album nei quali traghetta Waters (e il suo suono) nel presente, regalandogli tre Grammy. Come personaggio poi mi pare infinitamente più sinistro di qualsiasi Marylin Manson: albino, quasi cieco, magrissimo, tossico e geniale, stimatissimo e consideratissimo da tutti: c’è una famosa foto che lo ritrae mentre suona insieme a Hendrix, che lo accompagna… al basso. Ecco, non so quanti abbiano una foto così sul loro Facebook: non Eric Clapton, e non Pete Townsend, che invece ha questa.

Il lavoro di Winter con Muddy Waters è stato immensamente importante per entrambi, ma specie per il secondo. Non solo ha venduto moltissimo, ha ricominciato a fare concerti ed è diventato noto a una nuova generazione, ma ha potuto ri-registrare alcuni suoi capolavori senza snaturarli o modernizzarli – se non nella qualità tecnica. Winter infatti seppe ricreare (in stereo) il flavor sonoro delle registrazioni originali mono realizzati dalla Chess negli anni ’50 (Muddy Waters è stato tra i pionieri del suono distorto), ottenendo un risultato strabiliante: le nuove versioni diventarono istantaneamente quelle “di riferimento”, in qualche modo dei nuovi originali. Questo è un caso forse unico nella storia della musica registrata. Per sincerarvene basta cliccare qui sotto e ascoltare Mannish Boy nella versione che apre Hard Again, il primo dei tre prodotti da Winter.

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