Drogati & drogati

Quando si parla di Droga, sfortunatamente il dibattito è inquinato proprio da questa parola dal significato impreciso. Non è un termine scientifico: Droga è qualsiasi sostanza sia inclusa nella tabella che accompagna la legge su questo tema. La terminologia inglese è più chiara e rivelatoria: Drug significa medicina, quindi ci sono le Prescription drugs, quelle che ti prescrive il medico (qualcuna delle quali ha anche un effetto psicoattivo, e è oggetto di spaccio clandestino) e le Illegal drugs, quelle che noi chiamiamo droga. Che sia un termine ambiguo mi pare evidente: si definiscono “Droga” sostanze diversissime, dagli effetti distanti, con esiti psicologici e sociali diversi. Nel corso degli anni si è spesso provato a dimostrare una correlazione tra le sostanze, come la teoria della Marijuana “droga ponte” verso consumi più pesanti. Una teoria sbagliata, come hanno dimostrato – dati alla mano – tutte le esperienze di legalizzazione nel mondo. Ma tant’è: oggi in Italia il Fentanyl (circa 100 volte più potente della Morfina) e la Marijuana sono considerate allo stesso modo: droga. Una parola utilizzata come clava da chi è contrario non dico alla legalizzazione, ma anche solo a parlare del tema.

Così come le droghe sono diverse tra loro, allo stesso modo lo sono i drogati – altro termine privo di significato: uno che si fa una canna il sabato sera e un cocainomane da 10 grammi al giorno sono considerati ambedue drogati, e c’è addirittura chi sostiene che debbano essere “curati” allo stesso modo. Una pura follia, considerando che sulle etichette dei superalcolici (la vera sostanza problematica di tutto l’occidente e non solo, legale quasi ovunque e in certi casi catastrofica) campeggia la scritta: “Bevi responsabilmente”. Quindi si può consumare responsabilmente una sostanza più potente di molte delle droghe proibite, che fa decine di migliaia di morti e provoca drammi umani e sociali, ma non le droghe leggere. Se fossi un genitore italiano sarei preoccupatissimo.

Basta guardarsi intorno per osservare una grande varietà di tipi di drogati. C’è il ventenne che va al parchetto e si fa le canne con gli amici, il manager completamente dipendente da Ritalin/Adderall (che si trovano sul mercato clandestino pur essendo prodotte legalmente) e chi si fà l’Extasy per ballare. C’è quello che prende l’Eroina solo nei weekend, e chi si fuma 20 grammi di Ganja al giorno. C’è chi pippa Cocaina perché pensa che lo renda una persona migliore (soggetti difficili, patetici e squilibrati, che avrebbero bisogno urgente di aiuto) e chi si fa le pere perché il mondo gli pare un posto troppo difficile. C’è chi si ricrea (da cui l’espressione “Droghe ricreative”), chi si medica da solo, chi si annichilisce e chi esplora i meandri della propria psiche attraverso l’uso, controllato e scientifico, di sostanze psichedeliche. Perché la realtà suggerisce una logica diversa, e cioè che la differenza non la fanno tanto le droghe ma i drogati, e come ti droghi è forse più importante di quello che prendi. C’è chi consuma tanta Marijuana da diventare un problema e chi prende droghe anche pericolose ma in modo assennato. Un fatto apparentemente ovvio ma inaccettabile per chi sostiene la “Guerra alla droga” talvolta per motivi di lucro, come nel caso delle Comunità Terapeutiche che sono passate dal trattamento delle dipendenze da Oppiacei a quello dell’uso di Marijuana proprio grazie a questa ambiguità. Una guerra che non ammette tentennamenti o idee divergenti perfino se ovvie, e cioè che la Vodka è molto più potente e pericolosa dell’Hashish, che se qualcuno abusa delle droghe il problema non sono le droghe, e che è possibile drogarsi responsabilmente: un’informazione essenziale in una società che voglia davvero salvaguardare la propria popolazione – specialmente quella più giovane.

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