Boleros/Typephase (it)

(english version)

Questi brani sono, tra le altre cose, un tentativo di rivendicazione della Musicologia come pratica sensuale e disciplina artistica. Per decenni l’analisi della musica, specialmente quella occidentale classica, ha richiesto perizia tecnica e una vasta cultura musicale per poter essere praticata. Questo sebbene la scienza abbia una delle sue radici (e un eccellente strumento) nell’Osservazione dei Fenomeni – spesso di fenomeni peculiari. Sia Boleros che la serie Typephase puntano in questa direzione: esperienza di prima mano, sensoriale, di eventi sonori inusuali, come diverse versioni del Bolero di Ravel suonate simultaneamente, o nove esecuzioni sovrapposte ma sfasate (di 3/8) di La Réjouissance di Händel. L’effetto sul pubblico varia a seconda sia del rapporto che ognuno ha con l’originale che del background musicale dei singoli (ma la mancanza di ambedue comunque produce un effetto).

Il risultato sonoro non solo è piacevole (un fattore spesso secondario nelle composizioni sonore concettuali), ma il procedimento produce nuova musica (quindi la somma è maggiore delle parti, quantitativamente) e suscita sensazioni musicologiche nel pubblico. Tra i migliori commenti che ho sentito su Boleros ci sono: “Diventa Stravinski” e “Sembra Gil Evans”. E’ una sorta di Wunderkammer musicale, una musicologia percettiva per le masse che non vuole rimpiazzare la scienza (e a volte arte) dell’analisi musicale, ma studia la materia utilizzando una diversa parte del cervello, e quindi producendo risultati diversi.

Sergio Messina
maggio 2009

Questo testo è allegato ai seguenti progetti musicali:
Boleros
Typephase

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