Come forse avete notato non ho commentato l’avvento di Monti, per diverse ragioni. Capisco che abbia un compito difficile; purtroppo però lui e i suoi ministri appartengono a un tipo umano che io temo profondamente, che ha una visione del mondo sideralmente distante dalla mia e a cui evito perfino di pensare. Se devo dirla tutta, uno dei danni più gravi di questa crisi mi pare proprio il medico, e immagino dei disastri sia nel caso di un suo fallimento che in quello di successo – per esempio la definitiva morte della politica, che dovrebbe essere anche l’arte di immaginare delle soluzioni, e la vittoria della “soluzione unica, obiettiva, tecnica”, che naturalmente non esiste. Però la crisi invece sì, e Monti sembra certamente una delle cure possibili, quindi taccio.
C’è però un fatto marginale e simbolico che mi ha turbato assai: la primissima uscita pubblica di Monti, con telecamere al seguito (e quindi dando grande risonanza al gesto), è stata per andare a messa. Ma come: non era un tecnico? Non doveva essere un premier super partes, rappresentante di tutta la nazione? Non lo sa che c’è gente che ha un’opinione diversa dalla sua? Non poteva andarci senza troupe, con discrezione? E poi ci meravigliamo se si scorda l’ICI alla chiesa?
Ma le domande sono milioni: avrà anche un cornetto in tasca che sfrega prima di guardare lo spread? Si sarà dotato di una bambolina raffigurante gli speculatori di borsa (quasi tutti suoi ex colleghi) che trafigge con spilloni quando la borsa scende? E se l’euro si salva, saranno organizzate delle processioni obbligatorie di ringraziamento alla Madonna?
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