Usuelli

Forse dovrei reintitolare questa rubrica “niente da perdere”; infatti se prendersela con Red Ronnie è cosa da poco (anche se a qualcuno pare coraggiosissimo), farsi nemico Usuelli può voler dire terminare la propria carriera di musicista istantaneamente – o quasi.

E allora lo dico subito: non ce l’ho con Usuelli che rispettosamente saluto, a cui bacio le mani e auguro tutto il bene del mondo. Questo articolo vuole solo analizzare la sua posizione, peraltro quasi inconsapevole, nel panorama musicale italiano; non vi parlerò quindi dell’uomo Usuelli (che conosco pochissimo e che nomino con deferenza) bensì del suo ruolo centrale nella nostra vita.

Come dite? Ma come chi è Usuelli; davvero non lo sapete?

Dario Usuelli è il direttore della programmazione musicale di Radio DeeJay. E’ colui che, insieme agli altri collaboratori della radio ne costruisce la programmazione (e decide quali brani spingere e quali no). Ma Usuelli, che è un tipaccio sorridente e cattivissimo, si è ricavato una nicchia ben più importante di, che ne so, Fargetta: infatti se Deejay decide di insistere su una canzone, è assai probabile che poi se ne vendano un bel numero di copie. Questo piazza Usuelli su una poltrona assai strategica, essendo tra l’altro il suo l’unico network nazionale (oltre alla Rai) che trasmette ogni tanto qualcosa di diverso. Il risultato è che l’intero universo della discografia ufficiale fa riferimento ad Usuelli per sapere se un disco avrà successo o meno. Alcuni esempi:

Il produttore indipendente (ma grosso) di un gruppo in vertiginosa discesa (tipico: botto al primo disco e poi giù, sempre più giù) ha finalmente in mano il master del nuovo album: perfino lui si rende conto che è così così. Ma non tutto è perduto. Chiede ed ottiene un appuntamento con Usuelli per farglielo ascoltare: “Brutto, eh?” fa il discografico; “ma magari questo potrebbe essere il singolo…”. “No”, dice Usuelli: “il singolo è questo qua”. Il discografico ringrazia e se ne va, il singolo è quello che ha detto Usuelli, qualche radio lo manda (anche DeeJay, ma a rotazione bassa), qualche copia si vende. Un complessino italiano di rocketto gonfiabile ha fatto un disco con un’indipendente, che è andato così così. Gli è però servito per passare ad una major, che a differenza dell’indipendente sa benissimo chi è Dario Usuelli. Il gruppo fa un nuovo disco, identico al precedente, che però viene subito recapitato al nostro: gli piace, lo piazza in rotazione possente e, in men che non si dica, il gruppo è ai vertici delle vendite (per il genere), sulle copertine dei rotocalchi, insomma proiettato nel rutilante mondo dello spettacolo.

Sia ben chiaro: ne’ Usuelli ne’ la sua radio hanno alcun interesse economico in questo: non sono il loro commercialista ma posso giurarci. E’ un ruolo strategico, suppongo divertente, che qualcuno deve ricoprire. Che sia lui va benissimo. O meglio lo sarebbe se…

Se in Italia i discografici avessero delle orecchie funzionanti, e qualcosina nel mezzo. Perché il giudizio di Usuelli, che di pop se ne intende (ed ha gran fiuto per i singoli, cosa rara), va bene per Radio DeeJay che, diciamocelo, non ha fatto la sua fortuna trasmettendo musica oscurissima, difficilissima ma intensissima. Non va bene invece che i discografici decidano se investire o meno su un disco in base al fatto che poi verrà trasmesso dai network radiofonici. Invece purtroppo è così, e questa è una delle cause della omogeneizzazione dei prodotti delle majors (ci sono dei nuovi gruppi italiani – a volte con una cantante, altre volte no – assolutamente intercambiabili).

Ricordatevi quindi, giovani musicisti speranzosi, che se volete fare successo, vendere un sacco di dischi e concedere interviste (un’espressione ridicola: spesso gli artisti le mendicano) dovrete fare i conti anche col “fattore Usuelli”, L’uomo del Monte della musica italiana..

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