Speciale Porn’n’Roll

(Testata: Rumore)

Questo speciale è diviso in quattro parti, pubblicate qui di seguito. Nell’ordine: L’articolo principale, Porn’n’Roll history; due interviste: X (modella italiana giovane e very smart) e Joanna Angel (la donna dietro Burning Angel e upcoming pornostar), e l’immancabile sezione link. Buona lettura.

Porn’n’Roll history

La relazione tra Sesso e Musica è antica, e ha un andamento sempre uguale da almeno 200 anni: nasce un nuovo stile musicale, subito definito dai moralisti sensuale, pelvico, e quindi condannabile. Il ballo associato a questo nuovo stile sarà osceno, vizioso o forsennato. L’abbigliamento può essere esagerato o ridicolo; spesso, nel caso di quello femminile, sarà sessualmente provocatorio, decisamente troppo nudo – insomma da troia. Questa musica si ascolta in dei locali? Saranno sicuramente angusti, semibui o promiscui. Ad essa si associa uno stile di vita e di comportamento? Come minimo sarà fannullone, ma può anche essere teppista, deviante o direttamente criminale. Naturalmente tutte queste caratteristiche vengono attribuite a uno stile soltanto da chi ne è fuori. Per chi gli appartiene invece, di solito più giovane, l’aggettivo è sempre e solo uno: cool. Oggi può sembrare assurdo, ma il Valzer (contro il quale nacque un movimento d’opinione che ne invocava il divieto) e gli Who, la Rumba e i Mötley Crüe, Billie Holiday e Missy Elliott hanno proprio questo in comune: sono osceni e diseducativi per i genitori, ma (e forse anche un po’ quindi) cool e attraenti per i figli.

A un certo punto della storia però, il corto circuito tra sesso e musica diventa esplicito; c’è una generazione che inizia a utilizzare esplicitamente i comportamenti sessuali per diffondere un messaggio. Succede negli anni ’60: tra i giovani occidentali serpeggia un sacrosanto desiderio di ribellione. Da tutto: dal rigore di una società ancora molto arcaica, da un vestiario sostanzialmente ottocentesco, da costumi sociali scomodi e sentiti come superati, da una realtà che scoraggia brutalmente qualsiasi devianza. Uno dei campi di battaglia di questa guerra è la Liberazione Sessuale. La nudità diventa riappropriazione del corpo e rivendicazione di nuove libertà; un’immagine classica di quel tempo sono gli Hippie nudi che ballano. Questa nuova sensibilità verso il corpo non è casuale; in quello stesso periodo si diffondono i movimenti per la liberazione delle Donne e degli Omosessuali, che negli anni hanno profondamente (e beneficamente) trasformato il modo di pensare di tutti. La musica ha un ruolo importante nella diffusione di queste idee: coi testi, ma anche col suono, il vestiario, lo stile e il modo di essere.

L’impatto di questi nuovi comportamenti dei giovani sulla società occidentale è dirompente, e questa nuova sensibilità molto presto si trasferisce nell’arte e nel cinema: è la nascita della cultura Pop come la conosciamo oggi. Al centro di questa esplosione ci sono proprio Sesso e Musica, in parti uguali. Per esempio Andy Warhol, i cui lavori più interessanti di quel periodo vertono anche sul sesso e sulla musica: i Velvet Underground sono anche opera sua. E poi il caso Barbarella, film del ’68 di Roger Vadim con Jane Fonda. L’attrice, notissima anche per le sue opinioni libertarie e un po’ hippie, interpreta un’intrepida fanciulla scarsamente vestita, dell’anno 40.000 DC, alle prese con delle sexy avventure galattiche. E la prima volta che alcuni ingredienti si combinano: lei è bellissima e gira in minigonna, però è armata e ha le idee assai chiare; ma, forse, pratica l’amore libero. Il successo è enorme, e si diffonde una nuova icona femminile: giovane, libera, gnocca, teoricamente disponibile ma inafferrabile, perché culturalmente distante; attraente ma pericolosa, anche per via delle sue idee e della sua libertà. E’ la Hippie, poi Rock e Punk Chick.

Di acqua sotto i ponti ne è passata un bel po’, ma le cose sono cambiate pochissimo: a ogni nuovo stile che si affaccia sullo scenario del mondo si accompagnano le stesse reazioni. I punk all’inizio erano per l’appunto punk. Ma la punk in calze a rete strappate è entrata subito nell’immaginario erotico. E via di seguito: la new-waver in minigonna, la rocker in pantacollant e stivaloni, il rapper a vita bassa, il boxer che spunta, gli addominali… Lo street style è spesso fatto di provocazione anche sessuale, e la musica spesso si serve del sesso per mandare messaggi. La mitologia degli eccessi dei musicisti (spesso alimentata con gusto anche dal sottoscritto) e della speciale relazione, a volte anche sessuale, tra palco e platea (che Dio la benedica), ha fatto sì che oggi, quando si dice sesso, specie se si intende quello un po’ strano e anti-convenzionale, si finisca a parlare di musica. Penso agli eccessi di certe band degli anni ’80/’90, su tutti i Mötley Crüe. O ai rapper come Snoop Dogg: il suo film X rated Doggy Style, del 2001, è un mix davvero inedito di videoclip e pornazzo. Ma il connubio Sesso/Musica tira in ogni sua forma: tra i titoli di serie porno di recente produzione spiccano Rap Video Auditions e Backstage Pass, e la ricerca di parole chiave come Groupie o Roadies nelle reti P2P, riserva sorprese a volte curiose. Inoltre, come spiegare le Pussycat Dolls se non come parte (visibile, ma forse non completamente rispettabile) di questo fenomeno? Ovviamente, negli anni, molte donne intelligenti hanno anche riflettuto intorno, e reagito, a questo stereotipo. Per esempio, parte del lavoro di Peaches (che sembra avere palle d’acciaio, ma di sicuro ha un cervello perfettamente funzionante) riguarda questo tema, e molto punk femminile si rivolta contro questa visione. Un’artista precursore nella riflessione su questo argomento è l’intramontabile Cosey Fanny Tutti, parte dei Throbbing Gristle e autrice, negli anni, di molte intense operazioni artistiche, legate al proprio corpo e alla pornografia. Ma gli esempi sono molti e spesso illuminanti.

La diffusione di Internet ha fatto esplodere questa miscela; da un lato si diffondono tatuaggi e piercing anche molto visibili (spesso in ambienti para-musicali), pratiche di confine tra estetica e sessualità. Dall’altro cresce la prima generazione digitale al 100%. Così, negli ultimi anni, si è affermato, in rete ma non solo, un genere di bellezza diverso da quello dominante: Suicide Girl (il sito più famoso), Burning Angel (quello apparentemente più sincero, e comunque il più esplicito; vedi l’intervista a Joanna Angel), Sick Girl (la prima community italiana del genere) sono pagine a pagamento con foto di bellezze (perlopiù donne, ma non solo) di un tipo nuovo e alternativo. E se molte/i sono strafiche/i, c’è anche grande spazio per la diversità: pancette, imperfezioni, forme magari meno dirompenti ma con attitudine da vendere (vedi l’intervista alla Angel italiana). E c’è del testo, le ragazze si raccontano, parlano dei propri gusti musicali, insomma c’è un feeling da community: una community stilistica, musicale e sessuale. Intendiamoci: sempre di porno si tratta, soft o meno (e infatti alle ragazze i servizi fotografici vengono pagati). Questo porno qui però succede, non per caso, quando la dimestichezza con gli strumenti digitali è diventata enorme: è una generazione che sa come rappresentarsi con successo usando una webcam, che comunica per immagini via Flickr o Fotolog, e che ha imparato il sesso in rete (anche forse per via della poca educazione sessuale ricevuta), un posto nel quale si trova perfettamente a proprio agio. Quindi pubblicare le proprie immagini sessuali su Internet non ha solamente a che vedere col porno: è un modo di testare i propri limiti, di dialogare coi propri difetti, insicurezze e narcisismi. Ho chiesto in giro, e tutti/e quelli/e che hanno fatto circolare immagini così, senza eccezioni, hanno sottolineato questo aspetto di liberazione. Insomma, anni fa si pensava che in futuro ci si sarebbe liberati del porno (che però allora era orrendo a vedersi e politicamente ripugnante); pare invece, curiosamente ma anche assai gradevolmente, che alla fine forse sarà (anche) il porno a liberare noi.

Intervista a X: Modest tits, big brain!

Le sue foto le trovate su diversi siti, sempre ben scelti. Ha vent’anni, un’intelligenza non comune e una grande curiosità del mondo. Probabilmente è l’unica italiana presente su Burning Angel. Qui preferisce rimanere anonima, quindi la chiameremo X.

SM: Come mai posti le tue foto su Burning Angel?

X: Perché è un sito porno con gente che potresti incontrare all’ultimo concerto dei Converge… tutti pieni di modificazioni corporee, cose che mi appassionano: il non-professionismo, cioè trovare fantasie sessuali in ambiti non patinati e a me familiari; e poi il sesso, i tatuaggi, i piercing. E io, con i miei piercing e tatuaggi, e le mie imperfezioni (“modest tits, big brain!” è il mio motto) non potevo certo mancare all’appello.

SM: Cosa ne ricavi?

X: Tralasciando il discorso noioso e psicopatologico sull’autostima, direi che ci guadagno innanzitutto grande popolarità, e quindi grande facilità di contatti a qualsiasi fine: cercare ospitalità negli States, conoscere le altre modelle, avere contatti con band per organizzare concerti, oppure semplici fans che ispirati dalla mia… ehm… arte, mi riempiono di frasi sconce e rose rosse. Guadagno anche qualche soldo, quel poco che mi basta per concedermi qualche vizio: produrre un numero della mia fanzine o un disco della mia band, organizzare un concerto, un nuovo tatuaggio o un piercing).

SM: La tua vita sessuale ne risulta migliorata?

X: Beh, se in un discorso viene fuori che ho fatto del porno, per quanto amatoriale e indipendente che fosse, e l’interlocutore ha anche solo una minima intenzione di conoscermi biblicamente, alla mia dichiarazione si accenderà una lampadina nella sua testa, e da quel momento in poi inizierà a guardarmi con gli occhi di colui/colei che pensa: “Ok: se la sono bombata e l’hanno visto su un sito internet migliaia di persone; forse farebbe lo stesso con me?” Ciò non significa che io scopi di più, però se ho intenzione di fare del sesso con qualcuno, mi basta accendere quella lampadina per avere la strada spianata, ecco. Ma non è un’equivalenza matematica, soprattutto se come me non punti a collezionare serate random di sesso animalesco, ma metti del senno nella scelta delle tue vittime.

SM: Faresti l’abbonamento a un sito analogo a BA dedicato a maschi?

X: Ho già diversi abbonamenti a siti del genere. In generale se possibile supporto i siti misti, con modelle e modelli, perché ancora di più offrono una pornografia davvero a 360 gradi, che permette anche ad una spettatrice donna di rifarsi gli occhi senza rimanere in una prospettiva, anche visiva, esclusivamente maschile. Posso dirla una cosa? Alle donne piace guardare il porno! Ecco, l’ho detta.

Intervista a Joanna Angel: The Madame of Punk Rock Porn

E’ la fondatrice di Burningangel.com, quindi una delle protagoniste del rinnovato connubio tra musica e sesso. Nel primo DVD prodotto per BA, BurningAngel.com: The Movie, ha esordito nel suo primo ruolo anal. Parla Joanna Angel.

SM: Le digicam e Internet stanno cambiando il volto della pornografia. Quali ti sembrano i cambiamenti più rilevanti? E come sarà il porno di domani?

JA: Io non esistevo prima del digitale, quindi non sono la persona giusta per risponderti: ti sembro così vecchia?! Quello che so è che la rete ha cambiato molte cose tra cui il porno, e ha consentito alle piccole aziende di esistere. Per fare un sito bastano qualche migliaio di dollari e un’idea. Prima, il solo modo di fare dei porno era attraverso una grande produzione. Oggi ci sono tanti piccoli studi che pubblicano DVD e creano contenuti diversi.

SM: Recentemente si stanno moltiplicando le connessioni tra musica e sessualità; Burning Angel, e non solo, combinano uno stile nato nella cultura Pop, con immagini sessuali. Perché pensi che questi riferimenti siano attraenti per gli spettatori?

JA: Penso che questa relazione esista da sempre. Di recente però il sesso si è maggiormente integrato nella cultura Pop. Il porno è sempre stato qualcosa di oscuro e sudicio, da fare di nascosto. Penso che il tutta la scena dell’alternative porno l’abbia reso più divertente, e quindi anche più accettabile.

SM: Qual è il business plan di BA? Da dove vengono i proventi? Quali sviluppi vedi per il futuro?

JA: L’idea è di continuare a fare quello che facciamo, e migliorare. I guadagni vendono da diverse fonti: produciamo e vendiamo DVD, e poi gli abbonamenti al sito, il merchandise, ecc. Voglio fare più video, far dirigere nuovi registi e espandere il sito.

SM: La normalità, nell’era del silicone, è una delle chiavi del successo di BA. Ci sono donne meravigliose ma c’è anche spazio per delle differenze. Mi pare un notevole cambiamento rispetto al passato. Come la vedi? E’ cambiata la percezione del pubblico, o è solo una moda e presto torneremo al modello Pamela Anderson?

JA: Il Porno è quello che il regista vuole vedere; se vuole delle bionde siliconate, lui (o lei) le metterà nei suoi film. Se vuole vedere dei maschi neri fare sesso con donne bianche, girerà dei film di quel tipo. Se più persone coi miei gusti facessero film, ce ne sarebbero di più con dentro delle Burning Angel. Non credo sia una moda: mi sembra che gente giovane e più interessante si stia avvicinando alla pornografia, e che questo fenomeno sia in espansione. Ma non dimenticare: il porno al silicone vende ancora più di quello alternative. E quel tipo di porno esisterà sempre.

Link

Guarda:
burningangel.com
suicidegirls.com
sickgirl.it (Italiano)

Leggi:
fleshbot.com (Webmag sul sesso in rete)
gloria-brame.com (Tutto sull’alt sex)
heidi666.splinder.com (Il bel blog di Miss Violetta Beauregarde, SG e molto altro)
hollywooddiaries.com (I segreti di Morgana Welch, groupie degli anni ’70)
realcore.radiogladio.it (Il sito porno di RadioGladio)

Ascolta:
coseyfannitutti.com
peachesrocks.com
rockbitch.tv (prima porno-rock band esplicita, VM18)

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