Piccioni

Da qualche anno a questa parte si sta verificando un curioso fenomeno: alcuni animali “selvatici” scoprono che in città possono vivere (relativamente) meglio che nelle campagne (oltre ad essere vietate caccia e pesca, i cittadini sono in genere più gentili dei campagnoli cogli animali), e ci si trasferiscono. Volpi, tassi, ricci, istrici, rapaci e volatili di ogni genere. Sono felicissimo di questa evenienza, e per molti motivi, non ultimo la mia segreta speranza che una di queste specie animale sia nemica e predatrice dell’animale più stronzo, stupido e inutile del pianeta, da sempre abitante delle nostre città: il piccione.

Non ci sono santi: di fronte al piccione ogni mia remora viene a cadere. L’animalismo, l’amore per la natura, l’attrazione per i volatili, l’affetto per gli animali inurbati e perfino l’orrore per le crudeltà verso le creature indifese lascia il passo ad un sentimento di disprezzo profondo e senza appello: io odio i piccioni.

Simpatici volatili perfettamente ambientati nelle grandi città? Un tocco di natura in queste metropoli sempre più artificiali? Intelligenti amici dell’uomo? Macché: letamai volanti, puzzolenti mutanti portatori di malattie ed infezioni; idioti, disgustosi ed inutili residui evolutivi.

Il piccione non ha alcuna qualità: non si mangia (tranne in alcune zone, dove si vede che non gli fa schifo proprio niente), non mangia gli insetti, sporca, fa chiasso, è più stupido di una gallina, più coglione di un testicolo e più spavaldo di Schumacher. Provate a scacciare un piccione: lui si fa un voletto di un metro e poi ritorna. E io mi chiedo: come mai torna? Non vede che sono ancora lì, minaccioso? Si è forse scordato di me? Oppure pensa che abbia cambiato idea? Ogni ipotesi riconduce alla stessa soluzione: di tutti gli esseri viventi il più stupido è il piccione.

Niente a che vedere con la geniale astuzia del topo, il quale è si mutante, ma anche mentalmente. Ormai furbissimi, i topi di città (rattoni da 50 cm senza coda) stanno imparando a convivere con l’uomo senza creare eccessivi problemi; ogni tanto esagerano, si mangiano il tubo della lavatrice, ti incazzi, li avveleni, gli altri topi capiscono il messaggio e se ne vanno affanculo altrove. Un topo, a casa di mia madre, si è mangiato un flacone di Cif ammoniacal, completo di bottiglia e contenuto (non intero ma un bel po’). L’unico sintomo di malessere che ha mostrato è stato di fare delle cacchette bianche. Ammiro profondamente questa mutazione, e penso che se quel topo erediterà il mondo lo farà per un buon motivo: lui mangia il cif e caca bianco; se lo faccio io, schiatto all’istante.

Lo scarafaggio è un mutante perfino più perfetto. Adattato a vivere nei muri, nei tubi e nelle intercapedini, di giorno non lo vedi mai. Esce la notte (in massa, in alcune città), sbuca dai lavandini e si ripulisce i tuoi piatti sporchi. Non ti caca in testa, non tuba, non puzza e non intacca le tue provviste. E’ un vero signore, lo scarafaggio, e se impari a non averne orrore (cosa difficile per alcune persone) ti si prospettano anni di piacevole convivenza con questo brutto ma innocuo (e anzi gioviale) coinquilino dei cittadini.

I piccioni invece no: se si fissano col tuo balcone puoi morire, puoi organizzare stermini in massa, puoi annaffiarli con l’acido muriatico ma quelli torneranno sempre, dopo pochi istanti. Inspiegabilmente non esiste un piccionicida in commercio (contrariamente agli insetticidi o topicidi), quindi l’unico tentativo che puoi fare e’ di comperarti degli speciali spunzoni antipiccione (benedetto il genio che li ha inventati) e piazzarli permanentemente sul parapetto. In questo caso i ributtanti pennuti arrivano, si pungono e se ne vanno, ma non memorizzando la cosa, continuando a tornare e a farsi male, stupidi uccelli, giorno dopo giorno.

Milano, Venezia, Roma, Vienna, Berlino, Parigi sono tutte città afflitte da questa piaga. Non solo, ma in molte di queste città ci sono dei pazzi che, per diletto, danno da mangiare ai piccioni: ammazzano gli scarafaggi, sterminano i topi e poi nutrono i piccioni. Bisogna assolutamente impedire questo atto insensato: la signora vuole proprio nutrire degli animali e sentirsi così a contatto con la natura perduta? Si dia in pasto alle tigri dello zoo, vere povere vittime dell’uomo, che pur essendo nostre prigioniere non ci cacano in testa, non tubano, non puzzano e oltretutto non possono neppure becchettare in giro.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *