Guerra alla droga

Mentre la comunità scientifica europea dà il bentornato alla Cannabis nella farmacopea, arriva l’intervento del nostro Ministro della Salute sulla dannosità delle droghe leggere. Sorprende però una frase della sua dichiarazione: ”Sono in tanti a sostenere che il fumare marijuana li aiuti a stare con gli altri, a socializzare e ad avere un approccio nella vita privilegiato.”. La terminologia è curiosa ma il senso è (anche) quello.

C’è poi un passaggio dell’intervento di Sirchia che apre uno scenario inquietante: “Per le droghe leggere ci sono modelli mossi da meri interessi propagandistici presentati da chi con coercizioni psicologiche arricchisce le sue tasche”. Cioè gli antiproibizionisti sarebbero una lobby dei trafficanti come l’Associazione Fumatori Italiani lo è dei produttori di tabacco? O stiamo parlando di chi vende le cartine?

Mentre l’Italia dichiara guerra alle droghe leggere, ecco il bilancio di quella ultra-decennale combattuta dagli Usa: il 20% degli studenti sedicenni fuma regolarmente erba, e tra i diciottenni la percentuale sale al 25%. Anche la guerra al tabacco pare poco efficace: dati dell’anno scorso piazzano intorno al 25% il numero dei fumatori tra tutti gli studenti americani tra i 15 e i 18 anni. Le percentuali sono naturalmente più alte tra gli afroamericani, gli ispanici e gli asiatici.

Ennesimo fermo per droga di uno sportivo: si tratta del cestista statunitense Damon Stoudamire, ma stavolta l’antidoping non c’entra. Il metal detector dell’aeroporto di Tucson ha rilevato qualcosa addosso al giocatore, e un controllo più approfondito ha portato alla scoperta di circa 40 grammi d’erba avvolta in un foglio d’alluminio.

Ancora su droga e sport: la Federazione Internazionale dell’Automobile ha annunciato che finalmente sarà vietata la pubblicità di marche di sigarette sulle auto di Formula Uno, ma solo a partire dalla stagione 2006. Beh certo, ci vuole del tempo per staccare tutti quegli adesivi.