Arrivederci

Devo ancora scusarmi con voi, ma stavolta una piccola autocelebrazione mi pare giustificabile: Mini Minor termina qui. Dopo sei anni esatti (il primo è uscito ad aprile ’96, e poi ne sono venuti altri 65) mi pareva giusto chiudere adesso (mentre continua a funzionare) quella che per me è stata un’esperienza davvero meravigliosa. La scommessa era di creare una rubrica giornalistica che fosse complementare al resto delle cose che faccio, un ulteriore modo di esprimere idee, concetti e opinioni (spesso radicali) che sono stabilmente presenti nel mio lavoro; il tentativo era anche di interpretare questa pagina con uno spirito rock’n’roll, scrivendo in modo “caldo” di argomenti che mi stanno a cuore.

Non so se ve ne siete accorti, ma lo schema dei Mini è rimasto invariato dal primissimo che ho scritto: un tema, il titolo del pezzo (quasi sempre una singola parola), ed uno svolgimento molto lineare dell’argomento – utilizzando i miei soliti strumenti: il paradosso, l’estremismo, il buon senso, un tentativo di umorismo. Non ero affatto sicuro che potesse funzionare a lungo – e il fatto che abbiate gradito costituisce una delle più belle soddisfazioni della mia vita lavorativa.

Mi scuso di nuovo, ma qui devo ringraziare un po’ di gente (è la prima e l’ultima volta): intanto i miei colleghi di Rumore, passati e presenti, sempre molto incoraggianti; uno special thanks va ad Alberto Campo, a cui ho originariamente proposto i Mini e che poi se n’è beccato uno su di lui. Ringrazierei anche Sorge se riuscissi a trovarlo, ma al giornale c’è la segreteria, non risponde alle email e a casa squilla libero…

Il secondo grazie va a tutti i lettori che mi hanno scritto o parlato di persona: avete fatto benissimo. Dai vostri commenti ho imparato un sacco (e spesso mi sono risollevato il morale); e senza retorica grazie anche ai (pochi ma sinceri) vaffanculo che mi avete recapitato: nessuno è perfetto e io esagero molto spesso. Vorrei inoltre confutare un luogo comune; molti mi hanno detto: “Eh, con la tua rubrica – e l’email in bella vista – chissà quanti cacacazzi ti scriveranno”. Sbagliato: i cacacazzi non arrivano all’1%. Il problema sono i teppisti delle PR (come il Barrumba o Materiali Musicali), ma chi mi ha scritto personalmente aveva sempre qualcosa da dire, e mettere la mia email nella pagina (forse la prima su Rumore) è stata davvero una buona idea.

Grazie anche a tutti i siti e le fanze che hanno ripubblicato i Mini, e un abbraccio (perché mi hanno fatto una cosa molto gratificante) a due lettori, Fabio Angeli e Fabio Brancaccio, che hanno raccolto e confezionato due bellissimi “librini Mini Minor” da regalare agli amici; vorrei inoltre nominare Chiara, che mi ha scritto: “la mia ex coinquilina Rosalia ha visto bene di stracciare un tuo brillante articolo sul bidè che io avevo attaccato proprio vicino al water… Mi faceva tanta compagnia sai?”.

Come sapete uno degli ingredienti di questo spazio era l’idea che il mondo sia orrendo ma migliorabile, e che alcuni semplici comportamenti ed atteggiamenti potessero renderlo più vivibile (o forse rallentarne il deterioramento); questo si chiama “etica”, un argomento davvero fuori moda. Dice il dizionario: “Etica: parte della filosofia relativa al problema del bene e del comportamento morale”. Siccome viviamo in un mondo in cui si tende a fare molta confusione, e alcuni concetti semplici e chiari (come che fare tanti soldi non è un valore assoluto, o che baciare il culo al capo fa schifo) vengono ignorati dal pensiero dominante, ho pensato di occuparmene in maniera più esplicita.

Quindi muore Mini Minor (e quella formula) e dal prossimo numero nasce “Avviso di chiamata: elementi di etica morale”, dove cercherò di mettere in fila, anche a rischio di essere pedante, qualcuno di questi concetti. Mica per generosità: è il solito gradasso, disperato tentativo di migliorare il mondo, anche perché ci abito pure io.

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