Alcoolici

Io sono per la libera scelta, in tutto; credo che ognuno sia libero di scegliere come vivere e come morire, fatta però salva la libertà altrui. Come dice J. S. Mills: “L’unico aspetto del comportamento di una persona di cui deve rendere conto alla società è quello che concerne gli altri. (…) Sopra se stesso, sul suo corpo e sulla sua mente, l’individuo è sovrano.” Credo però anche che in un regime di “proibizionismo selettivo” come il nostro vadano denunciate alcune contraddizioni palesi di una regolamentazione che penalizza il consumo di certe sostanze e favorisce chiaramente il consumo di altre, rifiutandosi di regolamentarne la vendita o la pubblicità. Ecco perché mi rivolgo ai produttori di alcolici, ed in particolar modo a quelli che si rivolgono ad un target giovanile; solo per far loro cortesemente presente che:

sono dei loschi figuri, venditori di morte ed ipocriti. Vendono una sostanza che in Italia fa decine di migliaia di morti ogni anno (tra vittime dell’alcolismo e di incidenti d’auto connessi al consumo di alcol) e si rivolgono ai giovani con messaggi infidi e falsi (datemi una Birra che ricomincio daccapo). Ma non basta; ogni evento musicale è ormai legato ad una bevanda: Tuborg per il rock, Heineken per il jazz, Tequila (la marca non la so) per MTV; e allora perché no al Super Skunk Rock festival, o la Festa del liscio “Cartello di Medellin”? Le droghe illecite in Italia fanno molti meno morti dell’alcol e, tranne l’Eroina, creano molto meno disagio ai consumatori e alla società. Per 200 “morti del sabato sera” nel ’95 (più ragionevolmente attribuibili agli effetti del Martini che dell’Ecstasy), si fanno campagne miliardarie spesso dai messaggi molto confusi (“Non drogarti!” invece del più ragionevole “Evita di guidare se hai preso qualcosa”); nessuno però vuole dirci che il Chivas Regal uccide, che si muore ogni giorno di Borsci San Marzano e che la Birra Ceres può nuocere gravemente alla salute. Di tutto si può morire (Arnao* cita due casi di persone morte per aver bevuto troppa acqua) ma di qualcosa si muore più che di altro. E allora perché mi devo sentir dire di non drogarmi ma che se bevo un Whisky poi la vita mi sorriderà? Con uno mi sorriderà (ma anche con una canna); con uno ogni sera mi ci abituerò (e mi dispiacerà quando non c’è), con una bottiglia al giorno me ne andrò in breve tempo ammazzato dalla Cirrosi Epatica. E allora, mio lettore, senti a RadioGladio: se esci la notte e guidi tu, soprattutto se a lungo e fuori città, evita di assumere in quantità elevate qualsiasi cosa (birra, ectasy, coda alla vaccinara, cioccoblocco o caffè); sappi inoltre che, a differenza di quasi tutte le droghe legali, l’alcol ha come effetto “l’incoordinazione motoria e la tendenza all’aggressività”* e che quindi non solo è la meno indicata se si deve guidare, ma che rischia di renderci molesti verso il nostro prossimo (cosa che puoi verificare ogni sera nella tua città) e, a lungo andare, creare delle vere e proprie tragedie. Non solo, ma questa pericolosa sostanza è lo sballo più facilmente reperibile, economico e obnubilante oggi nel nostro paese e sfido chiunque, dati alla mano, a sostenere il contrario. Fai quindi buon uso dell’alcol, sostanza pericolosa (e forse per questo anche affascinante) così disinvoltamente spacciata nel nostro paese, e tieni presente che, oltre a fare buon sangue, “in Italia l’abuso di alcol determina il 50% degli omicidi ed il 25% dei suicidi (…) e che nel 1988 è stato causa del 52% dei sei milioni di incidenti stradali.”* Il gusto pieno della vita?

* i dati di questo articolo sono tratti dal libro “Tutte le droghe del Presidente” di Giancarlo Arnao, ed. Sperling & Kupfer 1996.

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