sergio messina
 
Cannabis: una proposta possibile

(english version below)

Molto si discute nel mondo sul tema delle droghe, sul vero significato di questo termine (anche alla luce di nuove dipendenze slegate dall'assunzione di sostanze, come per esempio quella da Gioco d'azzardo, recentemente riconosciuta dal nostro SSN) e sulle politiche più efficaci per regolamentare la materia. Si tratta di un dibattito sfortunatamente assente in Italia, dove intorno alla questione ci sono molta ideologia e poco senso pratico. Vorrei quindi avanzare una proposta che non riguarda tutte le sostanze ma esclusivamente la Canapa (cioè la Cannabis, insomma la Marijuana) e i suoi derivati e che, a differenza di altre proposte sulla materia oggi in circolazione in Italia, produrrebbe una serie di effetti positivi: legali, sociali, sanitari e economici.

Il contesto internazionale
Oltre alla recente proposta di autorizzare l'uso ricreativo attualmente in discussione in Uruguay, e alla nota politica di tolleranza Olandese (recentemente riconfermata1), sono molti i paesi nei quali si stanno ripensando le strategie sulla Canapa. Negli USA la Marijuana è legale in due stati (Colorado e Washington) e un reato amministrativo in altri 14, pur rimanendo proibita a livello federale. In California è stata adottata una politica molto permissiva per l'uso medico. Anche in Europa ci sono molte posizioni diverse: in Germania il possesso di piccole quantità è tollerato, e così in Spagna, Portogallo e Svezia. Nella Repubblica Ceca è stato recentemente autorizzato l'uso medico. In molte nazioni vige una tacita tolleranza per le piccole quantità, e il consumo non viene perseguito2.

La proposta
Ferma restando l'attuale regolamentazione sugli stupefacenti, l'Italia dovrebbe togliere Cannabis e derivati dalla tabella di legge (n° 309/1990) consentendone la produzione, il commercio e il consumo, e assimilarne la regolamentazione alle norme vigenti sugli alcolici: proibita sotto i 18 anni, a chi svolge mansioni particolari (durante lo svolgimento di dette mansioni), a chi guida, ecc. A questo è possibile affiancare, come nel caso del tabacco, altre misure: limitarne il consumo nei luoghi pubblici, regolamentarne la pubblicità, indicare sulla confezione le possibili conseguenze negative, ecc. Il commercio della Canapa dovrebbe avvenire attraverso canali separati (com'è per il tabacco), regolamentati e tassati - anche con accise simili a quelle attualmente imposte sui superalcolici. Lo Stato infine dovrebbe favorire e proteggere la coltivazione di varietà locali e le lavorazioni di eccellenza.

Effetti legali e sociali
Sottrarrebbe alcuni milioni di cittadini all'illegalità (secondo l'ONU "circa il 14,6% dei cittadini italiani che ha un’età compresa tra i 15 e i 65 ha fatto uso di Cannabis3"), restituendo loro la dignità di persone perbene. Consentirebbe alle forze dell'ordine di concentrarsi sulla repressione del traffico di sostanze più pericolose, come le nuove droghe sintetiche, molto diffuse tra i giovani e causa di crescente allarme sociale. Renderebbe veramente efficace la proibizione ai minori, oggi molto difficile da esercitare proprio a causa dell'illegalità: "Il 20,8% degli adolescenti italiani ammette di aver fumato cannabis", dice un rapporto di Telefono Azzurro4.

Effetti sanitari
Consentirebbe un'ampia sperimentazione sugli impieghi farmaceutici della Canapa, che sono molti: l'UE ha autorizzato la sperimentazione della Cannabis per curare una varietà di disturbi, dal Glaucoma all'Alzheimer, già in atto in molti paesi5. E, per contro, permetterebbe studi più sistematici e diffusi sugli effetti negativi, e di conseguenza favorire un consumo più consapevole, com'è già accaduto col tabacco e gli alcolici. Contribuirebbe anche al diffondersi di metodi di assunzione diversi dal fumo, come i vaporizzatori elettrici o i cibi alla Canapa, che ne azzerano uno dei danni principali, appunto quello da fumo.

Effetti economici e fiscali
Essendo illegale, oggi il traffico di Canapa e derivati è in mano alla criminalità, perlopiù organizzata. Una regolamentazione di questo tipo le sottrarrebbe una fonte di profitti immensi: il prezzo al dettaglio si aggira tra i 5 e i 20 euro al grammo6. Profitti che invece diventerebbero leciti, diffusi, tassati e frutto di una produzione agricola locale e protetta, e non di importazione clandestina com'è oggi. Darebbe un notevole impulso a tre settori, economicamente strategici in special modo per l'Italia: valorizzazione del territorio, turismo e occupazione giovanile.

Eccellenza italiana
La coltivazione e la lavorazione della Canapa dovrebbero essere protette e valorizzate utilizzando il know-how nel quale l'Italia è imbattibile: le varietà locali, le denominazioni d'origine, le specificità territoriali, ecc. Il paese europeo all'avanguardia in questo settore oggi è l'Olanda, che ha un clima inadatto all'agricoltura - infatti la gran parte della produzione avviene in serra7. L'Italia invece sarebbe il posto ideale: la Canapa è una pianta estremamente adattabile, le cui caratteristiche mutano profondamente con variazioni di clima, altitudine, esposizione, ecc. Inoltre oggi il mercato europeo, sempre più esigente, premierebbe certamente le produzioni bio, le coltivazioni più naturali e meno vincolate alla "potenza dell'effetto" (i prodotti olandesi sono frutto di incroci e manipolazioni8), la creazione di nuove varietà e prodotti derivati (olii essenziali, cosmetici, ecc.), insomma una filiera di eccellenza - materia nella quale siamo campioni indiscussi.

Noi siamo il paese del bel vivere, che già offre un'esperienza turistica variegata e unica. Con l'attuazione di questa proposta, l'Italia potrebbe integrare perfettamente la cultura della Cannabis nel concetto di piacere climatico, gustativo, artistico e paesaggistico che costituisce il suo patrimonio. Non bisogna infatti sottovalutare l'effetto che questa regolamentazione produrrebbe sul turismo: nel recente dibattito olandese sugli effetti della politica permissiva, questo fattore (sulle cui cifre si sa poco) è stato ampiamente tenuto in considerazione.

Infine, l'attuazione di questa proposta (a costo economico zero) porrebbe il nostro paese all'avanguardia in Europa su un tema che oggi è oggetto di profonda ridiscussione, dando dell'Italia l'immagine di un paese moderno che adotta strategie innovative ed efficaci per affrontare sia i problemi di sempre (è dagli anni '60 che si discute di consentirne il consumo) che l'attuale fase di crisi economica. Sarebbe anche d'impulso all'occupazione, in special modo quella giovanile, creando nuove opportunità in molti campi diversi - dal turismo al commercio all'agricoltura9 - in un settore evidentemente strategico (come suggeriscono le scelte sempre più permissive di altri paesi), e sul quale si stanno muovendo, silenziosamente ma da molti anni e con notevoli investimenti, sia le grandi multinazionali del tabacco10 che i produttori di semi OGM.

Sergio Messina
(info@sergiomessina.com)

1 Vedi l'articolo Dutch Drug Policy, Pragmatic as Ever - The Guardian online, 3 Gennaio 2013
2 Vedi la tabella Legality of cannabis by country - Wikipedia
3 Vedi l'articolo In Italia consumo di Cannabis da record - Corriere della Sera online, 7 luglio 2012
4 Dal decimo Rapporto Nazionale sulla Condizione dell'Infanzia e dell'Adolescenza, citato dal sito Aduc.it
5 Vedi la voce Medical cannabis - Wikipedia
6 Fonte: Priceofweed.com
7 Vedi il documento Cannabis production and markets in Europe - The European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (p. 92 e 123)
8 Vedi la voce Drug policy of the Netherlands - Wikipedia
9 Vedi l'articolo Giovani: ritorno all'agricoltura - Impresamia.com
10 Vedi l'articolo Big pot - Blog del New York Times, 6 giugno 2013

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ding

Cannabis: a feasible proposal

There's a heated debate on illegal drugs in the world today: from the true meaning of this term (also in light of new, substance-free addictions such as that from gambling, recently included in the italian National Health Care plan) to which policies are more effective to regulate them. I would like to put forward the proposal of a new Hemp (Cannabis, or Marijuana) regulation for Italy, that could bring about a number of positive legal, social, health and economic changes.

The proposal
Italy should remove Cannabis and its by-products from the the current drug enforcement schedule (as per law no. 309/1990), allowing instead for its production, trade and consumption in a manner similar to current regulation of alcohol. Cannabis use should be prohibited for minors, for those who perform special tasks (during the performance of such tasks), for drivers, etc. This can be combined with other restrictions, as with tobacco: limit the consumption in public places, forbid advertising, indicate the possible negative consequences on the package, etc.. Hemp should be sold through separate channels (as it is for tobacco) and similarly taxed. The Italian state should protect the cultivation of local varieties and encourage the development of quality hemp products.

Legal and social effects
It would restore dignity to millions of italians (according to the UN "about 14.6% of Italian citizens aged between 15 and 65 has used Cannabis1"). It would allow the Police to focus on more dangerous substances, such as synthetic drugs, very popular among young people and cause of growing public concern. It would allow for an effective prohibition to minors, something that is very difficult to enforce today because of the substance’s illegality: "20.8% of Italian teenagers admit to having smoked cannabis," says a report by NGO Telefono Azzurro2.

Health
It would allow extensive testing on medical applications of Hemp, which are many: the EU has authorized the trial of Cannabis to treat a variety of ailments, from Glaucoma to Alzheimers3. By contrast, it would allow more systematic and widespread studies on adverse effects, and thus promote a more conscious consumption, as it has been the case with tobacco and alcohol. It would also contribute to the adoption of methods of assumption other than smoking, such as edibles or electric vaporizers (deep smoke inhalation is considered one of the biggest hazards of Hemp use).

Economy and taxation
Being illegal, the Hemp trade in Italy is in the hands of organized crime. A regulation of this kind would deprive it of a source of immense revenue: the retail price of Cannabis is between 5 and 20 Euros per gram4. These profits would become legal, visible, taxed and from a local agricultural production, rather than illegal import as it is today. It would give a significant boost to three very strategic areas for Italy: excellence of agricultural productions, tourism and youth employment.

Italian Excellence
The cultivation and processing of Hemp should be integrated with the agricultural know-how for which Italy is well known: local varieties, appellation of origin, areas of excellence, limited luxury productions, etc. The leading nation in this industry today is Holland, which has a rather unsuitable climate for agriculture - in fact most of the production takes place indoors5. Italy would be the perfect location for Hemp cultivation: the plant is extremely adaptable, and its features change profoundly in different climates, altitudes, exposures, etc. Moreover, the increasingly demanding market (both local and international) would certainly reward excellence in production, organic crops, the development of strains that are less bound to the "intensity of the effect" (Dutch products are very often the result of cross-breeding and manipulations for this purpose6), the creation of new varieties and Hemp products (edibles, essential oils, cosmetics, etc.): the same chain of excellence for which we are famous (and copied) worldwide (ie. wine, cheese, etc.).

Italy is synonymous with good living, and we already offer a varied and unique tourist experience. With the implementation of this proposal, we could seamlessly integrate Cannabis excellence with the existing leisure offerings for which Italy is already famous (climate, gastronomy, arts, culture, landscape, sports, etc.). Impact of this regulation on the tourism sector should also not be underestimated: In the recent Dutch debate on the continuation of their permissive policy, this factor was widely taken into account.

The adoption of this proposal (which would not have measurable economic costs) would put our country at the forefront on an issue that is the subject of profound revision worldwide, giving Italy the image of a country that can adopt innovative strategies to address both old problems (lifting Hemp prohibition has been proposed since the 1960s) and the current economic crisis. It would boost employment, especially among young people, creating new job opportunities in many different fields - from tourism to agriculture and trade7. Last, but by no means least, it would also establish new standards of excellence in a market that is already very appealing to both Big Tobacco and GMOs multinational companies8.

Sergio Messina
(info@sergiomessina.com)

In Italia consumo di Cannabis da record - Corriere della Sera online, July 7, 2012 (in italian)
Rapporto Nazionale sulla Condizione dell'Infanzia e dell'Adolescenza, quoted by Aduc.it (in italian)
Medical cannabis - Wikipedia
Priceofweed.com
Cannabis production and markets in Europe - The European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (p. 92 e 123)
Drug policy of the Netherlands - Wikipedia
Giovani: ritorno all'agricoltura - Impresamia.com (in italian)
Big pot - Blog of the New York Times, June 6th 2013

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