Abbiamo già parlato di quanto abbiano rotto il cazzo i programmi on the road – ennesime spremiture di luoghi triti e ritriti, fatte da soggetti più o meno sinistri (come l’immortale Emerson Gattafoni, e il suo epico Dreams Road, sempre su Rai 5). Ma alla Rai non mi ascoltano. Stasera (in prima serata, cribbio) va in onda una vera perla, che ho avuto il privilegio di poter guardare ieri notte. Si chiama America on the road La Route 66, e l’originale plot è:
“Un famoso musicista e attore comico scozzese, Billy Connolly (non pervenuto, sulla settantina, del genere calvo coi capelli lunghi, ndr) e la strada più celebrata del mondo, la Route 66 (mai che qualcuno si occupi della 61, per dire: in America esiste solo la Route 66, ndr), si incontrano in un documentario in quattro puntate per raccontare natura, storia e curiosità degli Stati Uniti come non li avete mai visti (questo è impossibile, e infatti il programma è un costante, folle, noiosissimo deja vu). A cavallo della sua favolosa moto (un triciclo di merda, ndr), Connelly viaggerà da Chicago a Los Angeles…”
La domanda sorge: ma come cazzo si fa a comprare (coi miei soldi) dell’immondizia del genere? Il viaggio in treno da Milano a Brescia è infinitamente più eccitante di questo sconosciuto anziano gallese vestito da tamarro che vagabonda in carrozzella per la strada mitica, leggendaria, più celebrata del mondo.