Non è bello danzare sui cadaveri, ma a volte bisogna – specie se la salma in questione è quella di Giulio Andreotti, morto in mattinata. Scrivo queste parole anche a nome di mia madre che purtroppo non ha fatto in tempo a danzare insieme a me. Andreotti ha rappresentato la morte delle mie speranze di giovane, e ha incarnato l’aspetto più spiacevole e offenzivo della politica italiana. Ora si impiegheranno ettolitri di inchiostro a dibattere se fu un grande statista o un uomo con idee sbagliate e amicizie ancora più sbagliate. Nel frattempo gioite, italiani: the witch is finally dead.