Caro Michele Santoro,
cerco di seguire ogni giovedì il tuo programma Servizio Pubblico. Perfino se le piazze che vedo mi fanno un po’ orrore (a me la gente che grida mi mette angoscia), anche se ogni tanti ti/vi scappa la retorica, pure se quei tamburoni col riverbero che usate come stacchi spaventano a morte il mio struzzo. Però devo confessarti una cosa: la settimana scorsa ho cambiato canale alle 22, e ieri sera alle 21:40. Il motivo è semplice: come puoi pensare che io abbia piacere di trascorrere una serata intera (inizi alle 21 e finisci a mezzanotte) in compagnia di Alessandra Mussolini o Roberto Castelli? Ma scusa: è pieno di politici che verrebbero, e tu scegli i meno articolati e più irritanti? Ma che ce l’hai con noi? Vuoi vedere quanto ti sopportiamo? Poco, nel mio caso. Appena mi irrito giro, e basta. Perché se è vero che la politica dovrebbe essere anche diretta e verace, la televisione invece ha altre regole: se i personaggi di una sitcom sono tutti odiosi non la guarda nessuno. Quindi, per le prossime volte, cerca fare un casting più scaltro – partendo da una semplice domanda: “Passerei una serata con questo/a?”