A scanso di equivoci vorrei chiarire la natura del mio problema con Pisapia e la sua amministrazione, che purtroppo ho votato. Dico purtroppo non perché stia facendo particolarmente male, ma perché ogni male fa più male se l’hai votato.
1: Approssimazione. Da un’amministrazione appena eletta, sentire dire “stiamo studiando il problema” su questioni fondamentali, a casa mia vuol dire che non hai fatto bene i compiti, e che a un certo punto hai detto: “Poi vediamo”. Mi pare evidentissimo dal toto-provvedimenti che si gioca tra i cittadini: ecopass o congestion charge? Confine ai bastioni o sui viali? Parcheggi riservati ai residenti aboliti o mantenuti soltanto a via Pisapia, largo Penati e vicolo Maran? Da domani o dal 2013? Nessuno sa niente (nemmeno i vigili, neppure al numero nonverde), ed è solo un esempio.
2: Incapacità a comunicare. Perché nessuno sa niente? C’è forse un problema di comunicazione? Il primo annuncio della giunta è stato l’aumento del 50% del prezzo del biglietto dei trasporti pubblici. Si potenzieranno anche? Forse. Quando? Mah. Si annuncia la congestion charge: per entrare in centro pagherebbero tutti, non solo i mezzi inquinanti. Tutti uguale, tu e Lapo Elkann? Boh, non si sa. E la tassa sui SUV come a Londra? Non pervenuta: stiamo studiando il problema.
3: Vetero-neo-populismo. Maurizio Cattelan, il maggior artista italiano vivente, ha donato una statua alla città, col vincolo che deve rimanere nella piazza della Borsa (questa cosa ha un nome: si chiama site specific art). Con la Moratti ci sono state polemiche a non finire ma la statua è rimasta lì. Col Pisa invece c’è stato un “referendum” su Facebook – iniziativa di una goffaggine inaudita. Ovviamente ha vinto Cattelan, grazie al cielo. Ma se invece i contrari si fossero organizzati (per esempio facendo il referendum nei mercati rionali invece che su internet) che faceva, la spostava? Io voglio un’amministrazione coraggiosa, specie sulla cultura, che sappia fare scelte serie e magari perfino impopolari – specialmentee sulla cultura. Il timore è che ci chiedano pareri su tutto (magari via Facebook), un’idea stupida e sbagliata, più da Retequattro che da Comune di sinistra.
4: Solitopoli. Sorvolo sulla composizione della giunta. Non nomino Filippo Penati. Faccio perfino finta che Tabacci (sul quale ho una certezza assoluta: andrà in paradiso, insieme a Pisapia) non esista. Mi limito a osservare la completa assenza di novità: stesse facce, stesso linguaggio, stesso ecumenismo (la biografia sul sito del Sindaco è un capolavoro di equilibrio), la solita incapacità di fare presto e bene, e di comunicarlo efficacemente.
Milano è morta. Dopo 16 anni di encefalogramma piatto finalmente cambia l’amministrazione, ci si aspetta un botto e invece non succede niente, manco un mortaretto. Eppure basterebbe davvero poco. Un esempio? Liberare, attraverso la deregolazione, le mille creatività che galleggiano a Milano, facilitando la vita ai luoghi di aggregazione anche irregolari (e non mi riferisco ai Centri Sociali, alcuni già inelegantemente passati all’incasso, ma a realtà più sfuggenti e meno catalogabili). Insomma resuscitando la città. Il problema è conciliare le parole irregolari e Tabacci o Maran. Secondo me non ci riesce nemmeno Pisapia, che pure di mestiere farebbe l’avvocato. Naturalmente resto, insieme a molti altri come me, a disposizione dell’amministrazione del mio Comune per migliorare la situazione. Ma non ci conto: ce l’avrebbero già chiesto, no?